Genova, 6 mag. (askanews) – “La durezza dei toni in campagna elettorale è sintomo della mancanza di argomenti: speravo Salis potesse essere risparmiata da certi toni, da civica lontana dalle polemiche di questi anni, e invece siam da capo. Per responsabilità esclusiva della destra, però: da sinistra non ho visto nessun attacco ‘personale’. Questa destra, con rare eccezioni, dietro alla maschera civica nasconde posizioni estremiste e caratteri misogeni”. Lo dice l’ex ministro del Lavoro ed esponente Pd, Andrea Orlando, in un’intervista all’edizione genovese del quotidiano La Repubblica.
“Dopo Toti – aggiunge Orlando – in Liguria il civismo non coincide con il centrismo né con il moderatismo. Difficile definire moderato Bucci, vero front runner della coalizione, e Piciocchi mi pare sia allineato. In più c’è la paura che la sconfitta faccia esplodere un sistema di potere e insieme la propaganda su cui si regge il governo regionale”.
“Non credo – conclude l’ex candidato presidente della Regione Liguria – funzioni l’arma della aggressività. A Genova si collocava l’epicentro dello scontro e la destra ha perso largamente. Piuttosto penso indichi chiaramente il livello di deterioramento di un sistema di potere in fase crepuscolare. Che se ha mai avuto una fase aurea, di sicuro non è questa. L’esigenza di un cambiamento è avvertita anche da settori non collocati a sinistra”.