I risultati del monitoraggio della Carovana dei ghiacciai di Legambiente. Preoccupa la crescente instabilità dell’intera area e la quantità di acqua in circolo nel sistema glaciale per effetto delle temperature record
Il Ghiacciaio del Belvedere, sul versante est del Monte Rosa, il più grande ghiacciaio piemontese per estensione, registra dagli anni 50 ad oggi una perdita di superficie di circa il 20%. Drammatica la perdita di volume: si rileva un abbassamento della superficie glaciale fino a 60 metri negli ultimi dieci anni (pari ad un edificio di 20 piani). Le temperature record che hanno portato solo qualche giorno fa lo zero termico della stazione di radiosondaggio Novara Cameri a raggiungere a 5.328 metri di altezza possono acuire gli effetti della crisi climatica in atto. In questo contesto, la parete Est del Monte Rosa ha subito trasformazioni drammatiche, sia per quanto riguarda la copertura glaciale, sia per quanto riguarda la sua stabilità in generale. Ciò ne ha compromesso la frequentazione alpinistica, soprattutto nella stagione estiva. Anche le morene si stanno destabilizzando creando seri problemi alla rete escursionistica: il Sentiero Natura non è più raggiungibile dall’arrivo della seggiovia del Belvedere, mentre il sentiero di accessi al Rifugio Zamboni richiede continua manutenzione. Inoltre, altri fenomeni di instabilità sono legati alla presenza o alla formazione di laghi glaciali. Il bacino del Belvedere ha alle spalle una lunga storia di dissesti, anche di notevole intensità, dovuti alla presenza o all’accumulo – più o meno rapido ed improvviso – di volumi d’acqua che hanno ceduto in diverse fasi, distruggendo campi agricoli, impianti di risalita e piste da sci. A destare preoccupazione è il Lago delle Locce: le morene che lo contengono, per via del forte abbassamento che sta subendo il Ghiacciaio del Belvedere e dei fenomeni franosi ed erosivi, stanno diventando instabili e si stanno assottigliando, con il rischio – anche in questo caso – che si verifichi un cedimento a cui seguirebbe un “effetto diga” che minaccerebbe le zone abitate. Questi, in estrema sintesi, i risultati delle rilevazioni sul Ghiacciaio del Belvedere, in Piemonte, nella seconda tappa della IV edizione di Carovana dei Ghiacciai, la campagna internazionale promossa da Legambiente con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), in collaborazione con Allianz Foundation, con partner principale FRoSTA, partner sostenitori Sammontana e Seiko e partner tecnico Ephoto. I dati sono stati presentati durante la conferenza stampa a Verbania.
“Il Ghiacciaio del Belvedere rappresenta l’hot-spot nell’hot-spot delle Alpi – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente CIPRA Italia –. Un esempio per eccellenza dell’aumento della fragilità dell’alta quota e del maggior rischio per effetto dei cambiamenti climatici. La sua instabilità ci dimostra che non c’è più tempo da perdere. Per questo continuiamo a chiedere al Governo l’approvazione del PNACC in tempi brevi e alle istituzioni locali strategie di adattamento su scala regionale e locale per ridurre il rischio, con un nuovo approccio nell’uso del suolo, evitando di costruire dove non è necessario“. Il Ghiacciaio del Belvedere è una lingua valliva con un’area di 4,2 km² e una lunghezza di 5,8 km, situata sul versante est del Monte Rosa e alimentata dalle valanghe e dalle masse glaciali confluenti del versante: il Ghiacciaio delle Locce Nord, il Ghiacciaio del Monte Rosa, il Ghiacciaio Nordend e quello del Piccolo Fillar. Di questi quattro ghiacciai solo quello del Monte Rosa è ancora in contatto con la lingua valliva, mentre tutte le altre fronti si sono ritirate a quote ben superiori.
“Abbiamo osservato una perdita di volume preoccupante e fenomeni di instabilità che richiedono un’attenzione urgente – commenta Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano e docente dell’Università di Torino. – Particolare attenzione va posta alla situazione delle morene che si deformano per la riduzione dello spessore del ghiacciaio del Belvedere. È inoltre importante monitorare la formazione di masse d’acqua sulla superficie del ghiacciaio, poiché, in caso di formazione di laghi di dimensioni importanti, potrebbero verificarsi piene glaciali improvvise, in grado di raggiungere il fondovalle. Come successo in passato con la famosa emergenza del “Lago Effimero”, il cui possibile svuotamento improvviso ha minacciato l’abitato di Macugnaga nel 2002- 2003, determinando l’attivazione di un’imponente operazione di protezione civile”.
I monitoraggi sono stati realizzati dal Comitato Glaciologico Italiano in collaborazione con Legambiente. Gli eventi della tappa sono stati anche l’occasione per promuovere la “Carta di Budoia per l’adattamento locale ai cambiamenti climatici”, dichiarazione volontaria dei comuni alpini promossa dalla Delegazione italiana in Convenzione delle Alpi e dal Network di comuni Alleanza nelle Alpi in Italia che ha l’obiettivo di fare delle Alpi un territorio esemplare nel settore della prevenzione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
La prossima tappa
Fino al 30 agosto la Carovana dei ghiacciai 2023 sarà in Lombardia, al Ghiacciaio di Dosdé, per la sua terza tappa. Il 28 agosto ci sarà incontro con gli amministratori locali dal titolo “La carta di Budoia per l’adattamento ai cambiamenti climatici: un impegno a favore del clima” presso la Sala del Consiglio Comunale di Tirano (SO) alla partecipazione di Franco Spada, sindaco di Tirano; Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia. Modera Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi Legambiente, presidente CIPRA Italia. Il 29 agosto l’escursione lungo il sentiero glaciologico “Nangeroni Bellotti” con il glaciologo Andrea Toffaletti, poi salita al ghiacciaio di Dosdè, con il monitoraggio e osservazione delle morfologie glaciali a cura di Andrea Toffaletti, Servizio Glaciologico Lombardo; Valter Maggi, Claudio Smiraglia e Marco Giardino, Comitato Glaciologico Italiano; a seguire “Saluto al ghiacciaio”, omaggio alla bellezza e al prezioso servizio che svolgono i ghiacciai con Martin Mayes, suonatore di corno alpino e Flash mob per una Nevediversa.
La tappa terminerà il 30 agosto con la conferenza stampa di presentazione dei dati a Sondrio.
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