Giornata delle Vittime della Strada: tra chi chiede più sicurezza e chi organizza una “sfilata in macchina”

bicicletta traffico

Il 16 novembre, mentre in tutta Italia si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada, due visioni opposte del futuro della mobilità si trovano una di fronte all’altra. Da un lato c’è chi sceglie di trasformare questo momento di riflessione in un’occasione di impegno concreto per la sicurezza; dall’altro, chi propone una “sfilata in auto” per protestare contro ZTL, ciclabili e limiti a 30 km/h.

La giornata arriva in un momento drammatico per il Paese: secondo i dati dell’Onis – Osservatorio nazionale incidenti stradali dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada (Afvs), tra gennaio e agosto 2025 le vittime sono state 1.564, tra cui 336 pedoni, 192 ciclisti e 26 bambini. Numeri che confermano una situazione emergenziale e la necessità di politiche urbane sempre più orientate alla prevenzione.

Jojob e Afvs: un’alleanza per unire sostenibilità e sicurezza

Nel segno di questa urgenza, Jojob Real Time Carpooling – B Corp italiana che promuove la condivisione dell’auto negli spostamenti quotidiani – annuncia una nuova funzione solidale della propria app: la possibilità di trasformare il cashback ottenuto dagli utenti in donazioni dirette all’Afvs.

L’obiettivo è duplice: ridurre il numero di auto in circolazione e sostenere le attività dell’associazione, che si occupa di prevenzione, educazione stradale e supporto psicologico e legale ai familiari delle vittime.

Secondo i dati dell’Osservatorio Aziende in Movimento 2025, solo nel primo semestre dell’anno i viaggi condivisi certificati da Jojob sono stati 450.305, con un incremento del +55% rispetto al 2024 e 258.383 auto in meno sulle strade.

«La sicurezza del viaggio è una nostra priorità – spiega Gerard Albertengo, Ceo di Jojob – Consentire agli utenti di donare il cashback all’Afvs significa partecipare in modo concreto al cambiamento che vogliamo realizzare».
Per Giacinto Picozza, presidente Afvs, «ogni contributo raccolto aiuterà a proseguire le attività di sensibilizzazione e prevenzione, in un momento in cui le vittime della strada continuano a crescere».

La “sfilata in macchina” del 16 novembre: la dura reazione di Legambiente

A Roma, però, la stessa giornata sarà teatro anche di un’iniziativa diametralmente opposta: una “sfilata in macchina” organizzata dalla Federazione Romana di Fratelli d’Italia contro ZTL, piste ciclabili e limiti a 30 km/h. Una manifestazione che, secondo i promotori, vuole opporsi alle politiche urbane a favore della mobilità sostenibile.

La risposta di Legambiente è stata immediata e durissima. «Questa iniziativa è già vergognosa in sé; il fatto che venga organizzata nella Giornata mondiale delle vittime della strada la rende vomitevole», dichiara Roberto Scacchi, responsabile nazionale mobilità dell’associazione. «Chi l’ha immaginata si fermi, per rispetto delle migliaia di famiglie che hanno perso i loro cari sulle strade, spesso proprio a causa dell’alta velocità e della mancanza di spazi sicuri per pedoni e ciclisti». Per Legambiente, la protesta ignora completamente i dati: nel 2024 le vittime sulle strade italiane sono state 3.030, di cui 134 solo a Roma. E nel 2025, come ricordato, la tragica tendenza non accenna a diminuire.

«Difendere una mobilità basata esclusivamente sull’auto – aggiunge Scacchi – significa calpestare i diritti di chi non può permettersi un veicolo privato, degli anziani, dei bambini e di chi si muove a piedi o in bicicletta».

Due Italie di fronte a un bivio

La coincidenza tra le due iniziative – una solidale e orientata alla sicurezza, l’altra di protesta e improntata a un’idea superata di mobilità urbana – rappresenta plasticamente il bivio davanti al quale si trova oggi il Paese. Da una parte, la richiesta sempre più forte di città più sicure, walkable e a misura di persona; dall’altra, la difesa di un modello centrato sull’automobile privata, nonostante i dati continuino a indicarla come la principale causa di morte sulle strade italiane. La Giornata delle vittime della strada dovrebbe essere un momento di memoria e responsabilità collettiva. E proprio la memoria – dei pedoni investiti, dei ciclisti uccisi, dei bambini che non torneranno più a casa – ci ricorda che sicurezza e sostenibilità non sono due battaglie diverse, ma la stessa battaglia.