Nuovo sviluppo nella controversia che da quasi due anni vede contrapposti l’INPS e numerosi pensionati, tra cui Angelo Menapace, ex panettiere di Tuenno. Nel gennaio 2024 l’uomo si era visto recapitare una richiesta di restituzione pari a 19 mila euro, accusato di aver svolto attività lavorativa dopo il pensionamento con quota 100. Il lavoro contestato era un aiuto occasionale a un cugino proprietario di una pescheria, per il quale Menapace aveva percepito soltanto 280 euro in 30 ore.
Di fronte alla richiesta dell’INPS, il pensionato aveva subito presentato ricorso al tribunale del lavoro di Trento. A giugno, non avendo ancora ricevuto una sentenza, aveva deciso di rivolgersi anche al Presidente della Repubblica. La risposta dell’Ufficio di presidenza, tuttavia, è stata netta: il Capo dello Stato non può intervenire in questioni riservate alla magistratura o ad altri organi dello Stato.
La circolare interna e i dubbi di legittimità
Al centro della controversia c’è una circolare interna dell’INPS che prevede la perdita dell’intero anno di pensione per chi, andato in pensione con quota 100, svolga nuovamente lavoro subordinato. L’avvocato Giovanni Guarini, che segue il caso Menapace, sottolinea come tale circolare non possa costituire fonte di diritto.
Un elemento di novità è arrivato dalla Corte Costituzionale, sollecitata dal tribunale di Ravenna, che aveva ritenuto incostituzionale l’interpretazione adottata dalla Cassazione: secondo quest’ultima, la sanzione da applicare è la revoca totale dell’anno pensionistico, pur non essendo ciò previsto dalla legge. Il giudice romagnolo, invece, ha sostenuto che tale posizione viola l’articolo 38 della Costituzione, privando i pensionati dei mezzi essenziali di sussistenza.
La posizione della Consulta e le nuove prospettive
La Consulta non ha accolto la questione, giudicandola inammissibile. Tuttavia, ha precisato che la sentenza della Cassazione non impedisce ai tribunali di adottare interpretazioni più coerenti con i principi costituzionali.
L’avvocato Guarini evidenzia come diversi giudici di merito, tra cui la Corte d’Appello di Trento e il tribunale di Rovereto nel febbraio 2025, abbiano già espresso orientamenti contrari alla Cassazione. La stessa Corte Costituzionale ha sottolineato che la pronuncia della Suprema Corte non ha avuto un seguito uniforme, lasciando spazio a letture meno punitive. Per questo, secondo Guarini, si apre ora una fase nuova: i tribunali possono tornare a decidere in autonomia, senza sentirsi vincolati dall’unico precedente esistente.
L’articolo Gli chiedono 19mila euro per aver lavorato un mese da pensionato, la Consulta riapre tutto: “La circolare Inps non ha valore giuridico” proviene da Blitz quotidiano.
