Hollywood ha finalmente deciso di andare oltre ogni pregiudizio sul credo dell’attore e superare il tabù dell’Oscar mancato. Come riportato da Variety infatti, Tom Cruise ha ricevuto il suo primo Academy Award. Non un premio competitivo, ma un Oscar onorario che celebra l’intera sua carriera e il suo peso culturale nell’industria cinematografica. La star, nonostante le svariate candidature negli anni, non è mai stata ben vista dall’accademy dato il suo forte legame a Scientology, fattore questo che spesso, probabilmente, gli ha reso impossibile vincere premi di tale calibro.
Ma tutto ciò è cambiato durante i Governors Awards di Los Angeles, durante i quali Tom Cruise ha anche emozionato la platea con un discorso che ha ricordato il motivo per cui continua a essere una delle icone più longeve dell’immaginario hollywoodiano. Il momento arriva in un periodo di rinnovata centralità per l’attore, mentre la comunità del cinema attraversa una fase di ridefinizione del proprio ruolo globale. E il suo messaggio ha assunto i toni di una dichiarazione di poetica.
Secondo la presidente dell’Academy Janet Yang, la scelta è nata dal “contributo incredibile di Cruise alla comunità cinematografica, all’esperienza in sala e al mondo degli stunt”. La Yang ha ricordato il ruolo fondamentale della star nel portare a termine le riprese di Mission: Impossible 7 nel 2020, quando Hollywood era stata paralizzata dalla pandemia. Cruise, ha spiegato, “ha aiutato l’industria a superare un momento estremamente difficile”. Nonostante le sue precedenti candidature — miglior attore per Born on the Fourth of July e Jerry Maguire, miglior attore non protagonista per Magnolia e miglior film come produttore di Top Gun: Maverick — l’Oscar non era mai arrivato. Il riconoscimento onorario colma una lacuna percepita da anni da colleghi e pubblico.

A consegnare il premio è stato Alejandro G. Iñárritu, che sta dirigendo Cruise in un nuovo film ancora senza titolo, previsto per ottobre 2026. Il regista ha definito la carriera dell’attore “una missione impossibile da riassumere in quattro minuti”. Con un aneddoto divertito, Iñárritu ha ricordato Cruise mentre mangiava peperoncini “come fossero popcorn”, mentre lui, orgoglioso messicano, lacrimava dopo un solo morso. Concludendo, ha affermato che “questo è il suo primo Oscar, ma non sarà l’ultimo”, aggiungendo che stare accanto all’attore fa quasi dubitare “che il resto di noi appartenga alla stessa specie”.
Quando Cruise è salito sul palco, il suo tono si è fatto più emotivo. Ha raccontato la scena che ha segnato per sempre il suo legame con il cinema, spiegando come quella lama di luce che vedeva da bambino, attraversava il buio della sala prima di esplodere sullo schermo. Le storie, i volti e i luoghi che apparivano davanti ai suoi occhi gli avevano aperto il mondo e acceso in lui “una fame di avventura, conoscenza, umanità, di creare personaggi e raccontare una storia”. Quel fascio di luce, ha detto, “ha aperto il mio immaginario e mi ha mostrato che la vita poteva andare oltre ogni limite che credevo esistesse”. Da allora, ha spiegato, ha continuato a seguirlo ovunque.

Una parte centrale del suo discorso è stata dedicata all’idea che il cinema unisca: “ci aiuta ad apprezzare le differenze, ma rivela anche un elemento fondamentale che abbiamo in comune, cioè essere umani. In sala ridiamo insieme, sentiamo insieme, speriamo insieme”. È questo, ha sottolineato, che rende il cinema così importante da dedicargli un’intera vita. “Fare film non è ciò che faccio, è ciò che sono.”
La serata, tradizionale preludio informale alla corsa agli Oscar, rende omaggio ogni anno a figure che hanno lasciato un segno profondo nell’industria. Accanto a Cruise sono stati premiati la coreografa, regista e produttrice Debbie Allen, celebrata da Cynthia Erivo per una carriera che non ha mai permesso ai sogni di svanire; Wynn Thomas, lo storico production designer che ha lavorato su opere come Do the Right Thing, A Beautiful Mind, Malcolm X e Hidden Figures; e Dolly Parton, destinataria del Jean Hersholt Humanitarian Award per una vita dedicata alla filantropia, dal sostegno all’educazione alla ricerca sui vaccini, fino agli interventi dopo calamità naturali. Assente per problemi di salute, Parton ha inviato un messaggio registrato, ricordando che “più dai, più benedizioni ti arrivano”, e auspicando che il premio la ispiri a trovare “nuovi modi per sollevare gli altri”.

Come ogni anno, i Governors Awards hanno attirato star e candidati potenziali a quella che sarà la prossima edizione degli Oscar, in arrivo nel 2026. Dietro le luci, resta l’immagine di Cruise, Allen e Thomas fotografati insieme, simbolo di tre percorsi diversi ma accomunati dall’amore per il cinema. E soprattutto resta la chiusura dell’attore, quasi una professione di fede laica: “Il cinema ci guarisce. È per questo che è importante.”
Con questo premio, Hollywood sembra aver compiuto un gesto che va oltre qualsiasi etichetta o pregiudizio sul suo protagonista più discusso: ha riconosciuto, finalmente, l’uomo che ha fatto dell’immaginazione un mestiere e del mestiere una vita. Tom Cruise, dopo quarantacinque anni di carriera, ha il suo Oscar. E forse, come ha promesso Iñárritu, non sarà l’ultimo. In attesa che questo accada però, voi potreste leggervi la nostra recensione di Top Gun: Maverick, che ne dite?
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