Roma, 28 mar. (askanews) – E’ terminata dopo quasi due ore a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei ministri, all’ordine del giorno, tra le altre cose, un decreto che modifica le norme per la cittadinanza per discendenza, un decreto per la riconversione dei centri hotspot per migranti in Albania e uno per l’attuazione del Pnrr e l’avvio dell’anno scolastico 2025-2026.
In particolare, il Cdm ha approvato un “dl molto semplice che interviene sulla legge di ratifica del protocollo Albania, non sul contenuto del protocollo, rendendo possibile utilizzare la struttura già esistente anche per persone trasferite dall’Italia e non solo per quelle trasferite all’esito di procedure di soccorso in mare. Ciò ci permette l’immediata riattivazione di quel centro che non perde le sue funzioni già previste e non viene snaturato”, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, illustrando in conferenza stampa a Palazzo Chigi le principali misure previste dal decreto approvato dal Cdm. Il governo punta a rendere “operativo a breve” il nuovo Cpr per migranti in Albania “aprendo alla possibilità di trasferimento dall’Italia di persone già destinatari di provvedimento di espulsione e trattenuti nei Cdm” ha detto Piantedosi. “Il titolo e la disciplina di trattenimento non cambiano – ha spiegato il ministro -. Il centro è già stato realizzato e non ci saranno risorse aggiuntive per la realizzazione della struttura. Il centro in Albania si aggiungerà alla rete nazionale dei Cpr”. E “stiamo già programmando trasferimento di persone nel centro di Gjader in Albania. Al momento il centro è attivo per 49 posti, può arrivare fino a 140. E’ un intervento che non costerà un euro in più rispetto alle risorse già stanziate”, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, illustrando in conferenza stampa a Palazzo Chigi le principali misure previste dal decreto. Sul primo trasferimento di migranti nel Cpr in Albania, ha precisato Piantedosi, “non abbiamo la data, ma il dl verrà pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale quindi diventa già efficace
e operativo”. Un parte del centro, ha detto ancora il titolare del Viminale, “è già destinata” al Cpr, mentre “il resto rimane lì in attesa che possa essere utilizzato” dopo la pronuncia della Corte di Giustizia Europea prevista a maggio.
Cambiano anche le regole sulla cittadinanza. La riforma della cittadinanza ius sanguinis “è una riforma di grande importanza, perché punta a rinforzare il legame tra chi vuole essere cittadino italiano e l’Italia”, ha detto il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, durante il punto stampa al termine del Consiglio dei Ministri.
“Essere cittadino italiano è una cosa seria, la concessione della cittadinanza è una cosa seria…purtroppo ci sono stati nel corso degli anni abusi e richieste di cittadinanza che andavano un po’ al di là del vero interesse nei confronti del nostro Paese”, ha detto il capo della diplomazia italiana, “La riforma che noi abbiamo approvato, punta soprattutto a tutelare coloro che vogliono essere cittadini italiani, a tutelare i cittadini italiani all’estero – i veri cittadini italiano all’estero – e a tutelare inoltre i tantissimi comuni italiani che sono oberati di lavoro per la ricostruzione della cittadinanza, comuni che sono poi costretti a bloccare tutto il resto dell’attività amministrativa”. “Così come sono bloccati”, ha chiarito, “i nostri consolati per fare queste pratiche e non per fare le pratiche che interessano i cittadini italiani che vogliono essere parte del nostro Paese”.
Un altro provvedimento riguarda la stretta sui cosiddetti “diplomifici”, con lo stop alla possibilità dei quattro anni in uno. “Per quanto riguarda il tema dell’istruzione, l’Articolo 5 contiene importanti misure di lotta nei confronti dei ‘diplomifici’. Sono misure che in realtà il mondo della scuola attendeva da diverso tempo e che il ministero aveva avviato con norme di carattere di normativa secondaria che spesso e volentieri in passato avevano ricevuto poi la disapplicazione da parte dei Tribunali amministrativi e quindi si era creata una paralisi o una debolezza nei confronti della lotta a questo fenomeno. Tra le nuove norme, non sarà più possibile fare quattro anni in uno e non sarà più consentita la moltiplicazione delle classi collaterali, quel fenomeno che consentiva di passare dalla IV superiore con 10 iscritti alla V con 800 iscritti. Adesso sarà possibile una sola classe collaterale aggiuntiva. Ci sarà poi l’obbligo del registro elettronico, per evitare che magari uno studente lavori in una regione d’Italia e nello stesso giorno faccia finta di frequentare le elezioni nel diplomificio in un’altra Regione. Inoltre, per fare due anni in uno, l’unico percorso che ancora
consentiamo, ci sarà una commissione di valutazione presieduta da un docente esterno per dare particolare serietà alla valutazione”, ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. “Quest’anno le revoche delle parità alla scuole – ha aggiunto il ministro – è stato superiore del 10% rispetto allo scorso anno, anche grazie all’accordo con la guardia di finanza”.