Quando un franchise come Harry Potter si espande attraverso otto film e coinvolge oltre 770 personaggi, è inevitabile che alcune figure rimangano avvolte nel mistero. Argus Gazza è sempre stato uno di quei personaggi che i fan hanno liquidato come semplice sollievo comico, un amaro Magonò condannato a lavare pavimenti che la magia potrebbe pulire in pochi secondi. Ma sotto i suoi borbottii costanti e lo sguardo alla luce della lanterna si nasconde una delle teorie più strane e inquietanti dell’intero mondo magico. Gazza potrebbe non essere affatto umano.
Secondo una teoria che circola da tempo tra i fan, Argus Gazza potrebbe essere in realtà una manifestazione soprannaturale di Hogwarts stessa, un’incarnazione vivente della personalità del castello, esattamente come Peeves ne rappresenta lo spirito di caos e birbanteria. Più ci si riflette, più la cosa acquista senso. Il suo tempismo inquietante, il suo istinto infallibile per i guai, il suo attaccamento ossessivo all’ordine e alla punizione. La teoria suggerisce che non sia semplicemente parte di Hogwarts, ma che sia Hogwarts, o almeno uno dei lati della sua personalità. Per anni, i fan del mondo magico hanno accettato la spiegazione ufficiale che vede Gazza come un Magonò, una persona non magica nata da genitori magici, e questa è probabilmente la tragedia più grande della sua vita. La prova principale arriva in Harry Potter e la Camera dei Segreti, quando Harry si imbatte nella sua lettera del corso Sveltamagia, un programma per corrispondenza destinato a chi sviluppa poteri magici in ritardo. Un’immagine patetica di un uomo disperato di entrare in un mondo che può solo osservare dall’esterno, definito interamente dalla sua incapacità di avere successo.
L’assunzione di Gazza viene spesso razionalizzata come un atto di pietà da parte di Silente, che avrebbe dato al povero uomo un posto dove sentirsi parte di qualcosa. Questa spiegazione sentimentale, tuttavia, crolla completamente sotto un’analisi logica. Primo, e più ovvio cioè il suo lavoro è fondamentalmente ridondante. Per la custodia, Hogwarts impiega un vasto staff di Elfi domestici, creature capaci di pulire magicamente l’intera fortezza in un batter d’occhio e che sono felici di farlo. Persino la signora Weasley usa incantesimi domestici per pulire l’intera Grimmauld Place, dimostrando che la magia per questi compiti è relativamente standard. Gazza, con il suo mocio, il suo secchio e le sue “catene ben oliate“, non è solo inefficiente è un’assurdità pre-magica, una scelta illogica per una scuola che rappresenta l’apice della magia nel Regno Unito.

Inoltre per la disciplina, la scuola è già pattugliata da professori, prefetti e Caposcuola, tutti dotati di magia e molto più attrezzati per gestire giovani maghi problematici. Logicamente, il castello non ha alcun bisogno pratico di Argus Gazza. Quindi, la spiegazione della pietà suona vuota. Silente è gentile, certo, ma è anche un uomo astuto. Quello che mina davvero la narrazione del Magonò sono le sue capacità quasi soprannaturali.
Un uomo senza magia dovrebbe essere la guardia meno efficace della scuola, eppure è il più onnipresente. Come fa Filch a conoscere i passaggi segreti del castello meglio di chiunque altro? Non è una competenza casuale: è una conoscenza profonda di un edificio che cambia attivamente la propria disposizione. Come fa a materializzarsi improvvisamente come qualsiasi fantasma, esattamente nel secondo in cui viene infranta una regola? La maggior parte delle volte, quando Harry e i suoi amici si intrufolano o qualsiasi altro studente cerca di aggirarsi nelle aree proibite, c’è un’alta probabilità che trovino Filch lì, o che lui diventi un punto di preoccupazione: “E se Gazza ci scopre?” Non si limita a trovare studenti fuori dal letto: sembra sapere cosa hanno fatto, apparendo con una conoscenza furiosa della specifica infrazione. Persino il suo nome, Argus, è un riferimento diretto al gigante dalla visione totale della mitologia greca, quello con cento occhi. Non è un caso, ma è un indizio nascosto in bella vista.
Ed è qui che la teoria fornisce una soluzione sorprendentemente logica. La chiave per comprendere Gazza sta nel suo legame con Peeves. Nel mondo dei libri, J.K. Rowling chiarisce che Peeves non è un fantasma, ma qualcosa di completamente diverso. Peeves è un poltergeist, un’entità fisica letteralmente generata dall’energia caotica di un luogo pieno di giovani streghe e maghi adolescenti. In breve, Peeves è la manifestazione ambulante di secoli di birbanterie studentesche. È l’impulso istintivo di Hogwarts verso il caos.

Quindi, se il castello può spontaneamente dare vita a un’entità di puro caos, è logico supporre che creerebbe anche una forza opposta. Per ogni regola infranta, per ogni corridoio imbrattato di fango, c’era anche un disperato bisogno di ordine, di disciplina, di qualcuno che rimettesse a posto. Questo è il punto in cui entra la teoria: quel bisogno di controllo ha manifestato il proprio agente fisico. Argus Gazza è quell’agente, che cerca di tenere il caos sotto controllo. Mentre Peeves rappresenta il lato distruttivo e caotico del castello, Gazza incarna quello controllore. La faida infinita tra Gazza e Peeves non è più una disputa personale: è una lotta cosmica tra due forze opposte che sono nate entrambe con il castello. Questa singola idea trasforma Hogwarts da edificio magico in un genius loci, lo spirito di un luogo, cresciuto così forte da poter manifestare i propri guardiani. Gazza e Peeves sono il suo yin e yang, e tutti i tratti impossibili di Gazza trovano la loro spiegazione.
La teoria su Gazza si adatta perfettamente a tutto ciò che i fan sanno sulla magia nell’universo di Harry Potter. La magia nel mondo di Rowling è profondamente emotiva, guidata dall’intenzione, plasmata dalla memoria, ed è viva in modi difficili da spiegare. L’esempio più evidente è Harry stesso, una parte di magia che vive dentro di lui, spinta da un incantesimo lanciato da sua madre per salvarlo dalla Maledizione Mortale. Una bacchetta sceglie il suo mago. L’amore può creare uno scudo più potente di qualsiasi incantesimo. È del tutto plausibile che un luogo antico e saturo di emozioni come Hogwarts possa acquisire una forma di coscienza. Il castello dimostra attivamente la propria volontà con luoghi come la Stanza delle Necessità. Le scale amano cambiare, il che implica una preferenza. E, cosa più interessante, il castello stesso rifiuta fisicamente Dolores Umbridge impedendole l’accesso all’ufficio del Preside. Se Hogwarts può sentire, ha un’anima, e quell’anima ha anche un lato oscuro. Quindi perché non è plausibile che Gazza possa essere parte del castello, piuttosto che un semplice umano?
In questo senso, Argus Gazza diventa il personaggio più triste di tutta la saga. Non è un uomo amaro che ha fallito nella vita, ma è una coscienza intrappolata in una forma che non ha mai scelto, condannata a vagare per corridoi infiniti alla ricerca di trasgressori, incapace di spiegare perché esiste o cosa significhi veramente essere vivo. La sua lettera Sveltamagia non era la supplica di un Magonò, ma era il grido disperato di qualcosa che cerca di capire cosa sia, che anela a una spiegazione per la propria esistenza.
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