Prosegue il processo ai danni del ginecologo di Bari accusato di abusi e violenza contro una ventina di pazienti. Il caso si è imposto all’attenzione delle cronache anche perché il medico avrebbe proposto non ben specificate terapie sessuali alle sue assistite, in pratica una scusa per pretendere prestazioni sessuali, secondo l’accusa.
“Dopo aver saputo che a mia nipote era stata proposta la terapia del sesso per curare un presunto tumore al collo dell’utero, chiamai immediatamente il ginecologo e gli chiesi spiegazioni. Gli dissi che questa terapia che aveva proposto era inverosimile. Mi rispose che ero un’ignorante e che dovevo aggiornarmi alle linee guida moderne”. Così racconta, in tribunale a Bari, una dirigente medica ascoltata come testimone nel processo a carico del ginecologo.
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Alle sue pazienti, secondo l’accusa, il medico avrebbe proposto di avere dei rapporti sessuali con lui per curare il papilloma virus ed eventuali tumori all’utero. La dirigente medica ascoltata oggi è la zia di una delle presunte vittime che racconta: “Mia nipote era affetta da papilloma virus e quindi decise di consultarsi con il dottore, ritenuto un esperto del settore. Si recò in visita da lui più volte, sempre accompagnata, all’ultima andò da sola il medico, dopo una visita scrupolosa, evidenziò delle lesioni al collo dell’utero ascrivibili a lesioni tumorali”. A quel punto, secondo il racconto della testimone, sarebbe stata proposta la terapia del sesso.
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