Il nuovo Codice della Strada finisce alla Corte Costituzionale con il rischio concreto che alcune norme vengano giudicate incostituzionali. Sotto esame della legge voluta e rivendicata fortemente da Matteo Salvini c’è la parte che riguarda la guida dopo aver bevuto alcolici o assunto sostanze stupefacenti. La questione su cui si dovranno esprimere i giudici della Consulta è sull’analisi delle urine usata come prova per l’assunzione di sostanze a giorni di distanza, quindi anche quando l’effetto è sparito, e il fatto che a far scattare la positività alle droghe ci sono anche gli ansiolitici.
L’eliminazione dello “stato di alterazione psico-fisica” e la punizione “a prescindere”
Nella norma è stato eliminato il riferimento allo “stato di alterazione psico-fisica” che prima veniva usato come metro di valutazione. Sotto esame ci sarebbero ben tre articoli della Costituzione in contrasto con la norma. Si tratta dei “canoni di eguaglianza, ragionevolezza e proporzionalità” citati nell’articolo 3, della “tassatività, determinatezza e offensività” imposti dall’articolo 25 e della “finalità rieducativa della pena” di cui parla l’articolo 27.
Nel Natale dell’anno scorso, una signora di Pordenone ha tamponato un’altra auto. La donna è finita in ospedale ed ha detto subito ai medici di aver assunto tre gocce di En, un ansiolitico, e di aver preso anche un altro farmaco che contiene codeina. Le analisi delle urine hanno confermato la positività agli oppiacei a differenza di quelle farmacologiche che invece hanno dato esito negativo. Quella delle urine è infatti un’analisi che svela la presenza di sostanze anche a settimane di distanza dall’assunzione. Per il sangue ci vogliono invece solo 24-72 ore. La donna, in ospedale, ha subito dichiarato di aver assunto le gocce di En e di avere una regolare ricetta per il Tachidol, il medicinale che contiene codeina. La Gip a fronte di queste dichiarazioni ha autorizzato il Pm che si è occupato della denuncia alla signora, scattata in automatico al risultato delle analisi, di mandare le carte alla Corte Costituzionale.

Il giudice, nel presentare le carte alla Consulta, ha rilevato che nella vecchia legge “la distinzione tra stato di ebbrezza e stato di alterazione appariva sintomatica della consapevolezza del legislatore della diversità delle condotte e, soprattutto, degli effetti diversi prodotti dalle sostanze in questione”. Ora invece la legge “prescinde in toto dall’accertamento di uno dei requisiti essenziali su cui poggiava l’intero meccanismo punitivo del reato di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”. La norma si è di fatto espansa, non punendo più solo chi offende il bene giuridico della sicurezza stradale da ubriaco alla guida. Questo codice punisce a prescindere e ora sarà la Consulta a dover decidere.
Cosa si rischia nel codice voluto da Salvini
La legge voluta da Salvini e stata approvata lo scorso 25 novembre 2024 ed ha riscritto parte del Codice della Strada stabilendo che chi si pone alla guida di un’auto dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope, “a prescindere dalla tipologia degli accertamenti qualitativi utilizzati”, si vedrà contestare una possibile responsabilità penale con pene che vanno dai 1.500 ai 6.000 euro e l’arresto da sei mesi a un anno. La patente viene sospesa da uno a due anni.
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