
La Cooperativa Terra Felix è stata colpita da un incendio per il terzo anno consecutivo. Per continuare il lavoro nei territori confiscati ora è attiva una raccolta fondi online
Il 6 luglio scorso, un incendio doloso ha devastato per il terzo anno consecutivo i campi della Cooperativa Terra Felix, in Campania, nel terreno agricolo confiscato a Francesco “Sandokan” Schiavone. Le fiamme, appiccate poco dopo il tramonto, hanno distrutto tutto il raccolto di cardo mariano. Un attacco al lavoro di tante persone ma anche al senso stesso di legalità.
Per il terzo anno consecutivo un incendio notturno ha colpito i terreni coltivati a cardo, portando via mesi di lavoro agricolo e danneggiando un modello virtuoso di economia sociale, basata sul riuso produttivo e collettivo dei beni confiscati.
La stessa cooperativa in una nota diffusa dopo l’incendio fa sapere che “questi atti non sono casuali né isolati: fanno parte di un chiaro disegno intimidatorio contro le cooperative che, come Terra Felix, ridanno dignità e futuro a luoghi segnati dalla criminalità. Solo nel 2024, siamo stati colpiti da ben tre episodi gravi in meno di sei mesi. Non siamo soli in questa battaglia. A essere colpite negli ultimi giorni sono state anche le cooperative Valle del Marro in Calabria e Beppe Montana Libera Terra in Sicilia, impegnate anch’esse nella gestione di beni confiscati a ’ndrangheta e mafia. Una vera e propria ondata di atti intimidatori verso chi lavora per costruire giustizia sociale e sviluppo inclusivo nei territori”.
Terra Felix non si ferma. Tutto il raccolto è stato perso ma per continuare con impegno è stata attivata una raccolta fondi online. “Non vogliamo fermarci e con il vostro contributo porteremo avanti il nostro progetto di recupero sociale di un bene confiscato alla camorra, a completare il ciclo di produzione della nostra fungaia dove realizziamo progetti di inserimento lavorativo di persone fragili”.
PARTECIPA ALLA RACCOLTA FONDI PER LA COOPERATIVA TERRA FELIX
“Non ci piegheremo. Anzi, da oggi lavoreremo con ancora più forza. Ogni ettaro colpito è una ferita, ma è anche una motivazione in più per andare avanti” – dichiarano i soci della Cooperativa Terra Felix. Siamo vicini a tutti i presidi antimafia sociale che resistono ogni giorno nelle aree più difficili del Paese. E chiediamo alle istituzioni non solo solidarietà, ma misure concrete: protezione dei beni confiscati, presidi territoriali, supporto alle cooperative che li gestiscono. I nostri campi torneranno a fiorire, con l’aiuto della nostra comunità, dei volontari, dei giovani e di chi crede che coltivare la terra confiscata sia coltivare un futuro più giusto”.