Intelligenza Artificiale, Zuckerberg non firma il Codice delle buone Pratiche Ue. Meta si sfila

Meta non firmerà il Codice di buone pratiche dell’Ue per i modelli di intelligenza artificiale per finalità generali (Gpai) presentato a Bruxelles la scorsa settimana. Lo ha reso noto Joel Kaplan, Chief Global Affairs Officer di Meta.

“L’Europa sta imboccando la strada sbagliata”

“Questo Codice introduce una serie di incertezze giuridiche per gli sviluppatori di modelli, nonché misure che vanno ben oltre l’ambito di applicazione della legge sull’IA” ha spiegato Kaplan, sostenendo che in materia di IA “l’Europa sta imboccando la strada sbagliata”.

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Intelligenza Artificiale, Zuckerberg non firma il Codice delle buone Pratiche Ue. Meta si sfila (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Tre i capitoli di cui si compone il codice: la trasparenza e il diritto d’autore, che varranno per tutti i modelli Gpai, e la valutazione e mitigazione dei rischi che interessano un numero limitato di modelli, quelli più potenti e avanzati.

Si tratta di uno strumento volontario sviluppato da 13 esperti indipendenti, con il contributo di oltre mille parti interessate, tra cui fornitori di modelli, Pmi, accademici, esperti di sicurezza dell’Ia, titolari di diritti e organizzazioni della società civile.

Le pressioni delle Big Tech

Quando hanno cominciate a circolare, le bozze del Codice avevano suscitato le proteste degli addetti ai lavori che avevano denunciato pressioni da parte delle Big Tech per annacquare il testo. A complicare il quadro, anche i negoziati in corso sui dazi con Washington che accusa Bruxelles di penalizzare il comparto tech americano con le sue regole sul digitale.

Una doppia partita che l’Ue ha cercato al contrario di tenere separata. “Il testo non è perfetto perché le pressioni dei grandi sviluppatori si sono fatte sentire ma ora a maggior ragione deve essere applicato in modo rigoroso, con controlli precisi e sanzioni per l’inadempienza o la non volontà di ottemperare agli obblighi previsti”, ha ammesso l’europarlamentare del Pd Brando Benifei, relatore dell’AI Act.

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