LolNews ha intervistato una una band, ILGRA. Definirla cover band è davvero insomma troppo semplice, dato che si tratta di un omaggio vivente alla musica d’autore romana. La nostra caporedattrice Alessia Malorgio ha partecipato al loro concerto e ha deciso di intervistarli per noi.
Come nasce il progetto de ILGRA, le canzoni nate a Roma?
Prendo un attimo parola io, Marco, il cantante. ILGRA nasce da un’idea, da un’esigenza, l’esigenza di fare qualcosa di romano, ma che comunque abbracciasse un perimetro anche più ampio, quindi nazionale. C’è stato proprio l’idea della configurazione del Grande Raccordo Anulare, che è un cerchio che racchiude qualcosa. Però all’interno del Grande Raccordo Anulare, in questi decenni, vari artisti hanno detto la loro. Insomma, hanno scritto canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana, non solo romana. E quindi da lì il nome e poi la scelta dei componenti del gruppo. È stato un semplice susseguirsi di canzoni nel repertorio, di rapporto con il pubblico, di serate, e sono passati più di dieci anni da allora.
E volevo chiedervi, ma come vedi fatto a selezionare gli artisti che poi portate sul palco?
La scelta è stata dettata sempre rispetto al pubblico. Abbiamo pensato a quali sono le canzoni che il pubblico canta maggiormente, quelle più ascoltate, più partecipative… All’inizio abbiamo stilato una serie di brani con questo criterio. È chiaro che poi, negli anni, abbiamo ritoccato e implementato e aggiornato il repertorio, anche grazie a uno strumento che noi abbiamo. Non è uno strumento musicale, ma un quaderno dove durante le nostre serate chiediamo al nostro pubblico di suggerirci qualche canzone alla quale non abbiamo pensato, in modo da poterla inserire nel nostro repertorio.
Se dovesse scegliere invece una voce simbolo di Roma, chi sceglieresti tra i tanti artisti romani
Devo dire che qui, a livello di gruppo, ognuno ha il suo preferito. Il mio personale (parla Marco, il cantante) è Venditti, per una serie di motivi, però lascio la parola anche agli altri, perché ognuno ha il suo preferito.
Damiano, tastiere: Io probabilmente, un po’ per questioni legate alla famiglia, le abitudini musicali della mia famiglia, sceglierei Claudio Baglioni. Che è molto più apprezzato dalle mie parti, più di Venditti, magari. Però, insomma, sono tutti molto importanti. Baglioni, sicuramente, identifica per me più Roma.
Amedeo, batteria: Volevo precisare che io sono l’unico della band non originario di Roma, nel senso che sono abruzzese. Però, comunque, ormai sono 22 anni che vivo a Roma, ne ho quasi 42, quindi, ecco, sono più romano che abruzzese… Però, a differenza di un romano proprio puro, tra virgolette, ho sentito e sono cresciuto tanto con le canzoni di Baglioni anch’io. Quindi, di conseguenza, preferisco lui, ma, comunque, mi piacciono tutti.
Federico, chitarra: La mia pole position è, sicuramente, di Gregori. Ma, più che altro, perché è quello che ho ascoltato di più. Nulla da togliere agli altri, insomma. C’è più un legame affettivo, perché da giovanotto ascoltavo qualche canzone in più di Gregori.
Roberto, basso: Io in realtà vorrei fare un po’ un cambio di rotta, magari sorprenderò anche il resto del gruppo. Perché sicuramente quello che più identifica Roma per me è Venditti, però io sono un amante di Michele Zarrillo. Uno degli artisti più sottovalutati della storia della musica italiana, secondo me. È un fenomeno e in pochi lo sanno.
Ora potete anche rifare un’altra top, però in questo caso è al negativo. Qual è il personaggio romano, il cantante romano che magari non vi piace o non ascoltate?
Qui c’è proprio l’unanimità nella parola. Il motivo è facilmente intuibile. È un cantante che ha fatto delle belle canzoni, però nella sua crescita artistica ha un po’ disconosciuto la sua romanità. Tant’è che adesso parla milanese e tifa Juve. Sono due cose che messe insieme a una voce nasale ci dicono come si chiama. E lui si chiama Eros.
Però l’avete inserito nel vostro repertorio al concerto.
Ce lo hanno richiesto e ha fatto belle canzoni. Però è Eros, all’unanimità.
Come fate a portare brani così conosciuti come Venditti, De Gregori, Mannarino e a fare le vostre canzoni? Le canzoni sono già nella testa del vostro pubblico. Come fate a renderle vostre?
Diciamo che noi nella scelta dei brani molto spesso costruiamo dei medley per accorpare delle canzoni. E quindi diventano come se fosse una canzone unica. Prendiamo spunto dalle versioni originali. Però c’è sempre del nostro nel riproporre, nel riarrangiarle durante le prove. E poi durante i concerti c’è sempre un adattamento, una personalizzazione delle canzoni. Tant’è che ci sono alcune versioni che la gente del pubblico ci dice: “quando la sento dall’originale non la riconosco perché sono abituato a sentirla da voi”. Ci sono veramente persone che, delle volte, ci chiediamo “ma non vi siete stufati di venire ai nostri concerti?” Perché vengono veramente con una costanza quasi commovente.
Ma voi cambiate sempre? Oppure nel vostro repertorio ogni concerto è una novità? Oppure comunque i brani sono più o meno sempre gli stessi?
Diciamo che c’è uno zoccolo duro di brani che facciamo fatica a togliere. Insomma è molto complicato. Però abbiamo un repertorio molto più vasto di una scaletta semplice, intorno a una sessantina di brani, e quindi cerchiamo di variare. Poi dipende un po’ sempre dalla situazione, se facciamo un locale, una piazza o una festa privata. Insomma, cerchiamo un po’ di rendere il repertorio adatto al contesto.
Il vostro concerto è proprio una vera e propria festa. Ci raccontate un aneddoto particolare, emozionante, folle, che è avvenuto durante un vostro concerto?
Uno è questo: quando si illumina la platea delle persone, si alzano tre signore con una maglietta con scritto “ILGRA”. Quello lì era il fan club, non ce l’aspettavamo. Bellissimo, loro stavano sempre là e si erano fatti una maglietta. L’altro episodio divertente è quando, proprio sui Eros Ramazzotti tra l’altro, sembrerebbe fatto apposta, io (Damiano) avevo la partitura un tono sopra. Per cui l’inizio è piano e voce, insomma piano elettrico e voce e parto un tono sopra. E Marco parte a cantare un tono sopra. Poi entra tutta quanta la band, un tono sotto. E c’è stato… 5 secondi di gelo… No, neanche 5 secondi, una frazione di secondo. Ci siamo guardati tutti quanti…
Un altro piccolo classico che si è ripetuto più volte è che alla fine del nostro concerto, dove si è palesemente mostrato il fatto che facciamo un repertorio romano, qualcuno ci ha chiesto “Napule è”, oppure “Oh mia bella Madonnina”. Non hanno capito qualcosa. Forse il messaggio non è arrivato chiaro. L’hanno anche scritto sul quaderno talvolta.
C’è anche una canzone che amate più dal vivo, con la quale vi emozionate più come se fosse la prima volta?
Probabilmente è soggettivo, però c’è una canzone che mette d’accordo tutti, che è “Notte prima degli esami”. Più che una canzone è un inno, qualcosa di speciale che è proprio penetrata nella storia di ognuno di noi. Anche nelle generazioni attuali. Capita delle volte di passare per le strade e vedere le mini macchine che hanno adesso i giovani, che in periodo d’esami lo mettono a palla, come si dice a Milano. E tra poco ci siamo quasi. Quella forse è quella che abbraccia anche più generazioni, quindi è la più apprezzata sia da noi che dal pubblico.
Togliendo Eros Ramazzotti, che sicuramente non sarà la vostra risposta, ma qual è il cantante che fareste salire con voi e quale canzone cantereste con lui? Sempre Romano, ovviamente.
Qui dobbiamo capire se rispondere in maniera da sogno o in maniera reale, cioè quale potrebbe essere… Proviamoci tutte e due. Ne abbiamo parlato. Magari abbiamo immaginato di fare un pezzo con Alex Britti, ad esempio, perché poi essendo un musicista puro, un chitarrista, magari si potrebbe anche prestare, no? O anche Michele Zarrillo, come ha detto Roberto poco fa. Poi, avere a fianco da una parte Venditti, da una parte De Gregori, che sarebbe una cosa un po’ surreale, però talmente bella che se si deve sognare, è questo. Ci piacerebbe anche aprire un concerto di uno dei nostri autori romani. Esiste una pagina che inizia da una pagina Facebook, che si chiama Operazione Nostalgia, che cosa ha fatto? Ha iniziato a basare la sua pagina su ricordi del calcio del passato, degli anni Novanta… Questa pagina negli anni è cresciuta così tanto che oggi è l’organizzatrice di raduni calcistici con tutti i calciatori di quell’epoca. Quindi parliamo di Totti, Battistuta, Zanetti, Maldini… Sarebbe bellissimo per noi, ma chiaramente è sempre un’utopia, di essere promotori di una reunion di tutti questi artisti veri. Venditti, De Gregori, Baglioni, Fabi, Mannarino, Silvestri, Gazzè… in un concerto alCirco Massimo. Noi facciamo solo le prime due canzoni e poi lasciamo spazio a loro. È una bella iniziativa.
Dobbiamo fare un’altra pagina, quindi? Operazione Nostalgia 2! Vogliamo capire un po’ anche il ruolo di ciascuno di voi all’interno della band e anche le dinamiche divertenti all’interno del gruppo.
Roberto:Io suono il basso, ma il mio ruolo segreto è che ogni tanto, quando manca mio fratello, mi metto alla voce. Insomma, tiro avanti la baracca in assenza del leader vocale. Ci provo a modo mio, insomma. C’è chi non se ne accorge nei concerti. E sbaglio meno col microfono che con il basso!Marco: Però diciamo che oltre al ruolo musicale ognuno di noi ha anche un ruolo collaterale, extra-musicale. Per esempio, Roberto si occupa delle relazioni con quelli che possiamo chiamare clienti, quindi c’è il suo numero sulla nostra pagina per le eventuali serate, feste, eccetera. Amedeo segue tutta la parte tecnica, la parte audio, la parte dell’organizzazione delle piazze dal punto di vista tecnico. Oltre chiaramente a suonare la batteria. C’è Federico che segue tutto il discorso delle parti, dell’archiviazione dei file audio di riferimento. Damiano ha un occhio di riguardo per tutto il mondo social, della parte di promozione, eccetera. Poi c’è Marco che canta e basta!
Parlando di quello che potrebbe essere il futuro del Gra, ma ci sarà anche qualche canzone vostra? Io ne ho sentita una durante il concerto, però non so se…
Qualche canzone nostra già c’è. Ce ne sono tre per il momento, però sarebbe bello riuscire ad inserirne di più senza distogliere l’attenzione da parte del pubblico, perché il timore è un po’ quello, che il pubblico si aspetta le hit che conosce e magari si ritrova troppi brani originali. Però adesso, a piccole dosi, ne stiamo inserendo uno o due ad ogni concerto. Però dobbiamo dire che poi, quando non le facciamo, il pubblico ce le chiede. Quindi sicuramente è un esperimento da incrementare.
Descrivete un vostro concerto, con una sola parola.
Damiano: Io ce l’ho già la parola, che è quella lì che dico sempre ai miei amici, che vogliono venire. Divertente. Ci si diverte. Il concerto è vero, si canta, è divertente.
Amedeo: Emozionante per me.
Roberto: Nostalgico. Perché comunque richiama anche un pochino di nostalgia degli anni passati. Soprattutto di Michele Zarrillo!
Federico: Coinvolgente.
Marco: Io uso una parola generica e dico “benessere”. Perché quando ci rendiamo conto, dalle facce, dall’espressione delle persone che vediamo che stanno bene, che stanno bene quelle due ore, per noi è il risultato più grande. Quindi dico benessere.
Volete dire qualche data di qualche vostro concerto?
18 maggio a Sette Camini, per una festa locale. Poi abbiamo il 6 giugno, torniamo al KillJoy. Altre date sono sulla nostra pagina. Siamo su tutti i canali social che sono Instagram, Facebook, TikTok come “ilgra ufficiale”. Per chi non ha i social oppure vuole trovarci su internet in generale, www.ilgra.it
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