Ipse Dixit sul Ponte sullo Stretto, Berlusconi nel 2008: “I lavori inizieranno immediatamente”. Conte nel 2020: “Nel caso anche sottomarino”. Salvini nel 2016: “Sta in piedi?”

Del Ponte sullo Stretto di Messina se ne parla da metà Ottocento. E da allora è lì, bello e immaginario, pronto a unificare e dividere la politica italiana. Più o meno tutti, nel corso degli anni, lo hanno idealizzato, progettato e rifiutato. E in molti si sono impantanati sul suo progetto.

Senza andare a ripescare dagli archivi i vecchi ritagli con le dichiarazioni degli esponenti della Democrazia Cristiana, partiamo dagli anni ’90, quando fu Silvio Berlusconi a rilanciarne il sogno e il progetto. E più o meno propose la sua realizzazione a ogni elezione. “I lavori inizieranno immediatamente”, promise ancora nel 2008. Poi il progetto fu invece cestinato con l’arrivo di Mario Monti nel 2011.

Alleata di Berlusconi, la Lega di Umberto Bossi non amava il Ponte. Anzi, lo considerava uno spreco del denaro del Nord, un po’ come la Cassa per il Mezzogiorno. “Io non sono un esperto ma quanto tempo fa guadagnare? – disse nel 2009 il Senatur –. Forse sarebbero meglio 100 aeroporti così portiamo in Sicilia svedesi, norvegesi e tedeschi”.

D’altronde contro il Ponte si era sempre espresso anche Matteo Salvini. Quando nel 2016 Matteo Renzi rilanciò il progetto, il successore di Bossi tuonò: “Domanda numero uno: sta in piedi? Domanda numero due: economicamente, quanto costerà e a chi? Ieri mi ha chiamato un cittadino siciliano e mi ha detto: ‘Salvini però ricorda se vai in televisione, che siccome faccio il pendolare in Sicilia il 90% dei treni è a binario unico e la metà dei treni va a gasolio’. Quindi io riprendo Renzi di qualche anno fa che diceva ‘prima facciamo quello che serve’ e poi faremo il Ponte”.

Rilanciando il video dell’intervento di Salvini, anche l’uscente governatore del Veneto Luca Zaia si schierava contro il Ponte: “Con Matteo Salvini e Roberto Maroni sosteniamo la stessa idea: non è un’opera prioritaria per il Paese, ed ha ormai una storia così martoriata e vecchia che non ha più nemmeno senso parlarne”.

E invece, alla fine, il buon Salvini, con tanto di caschetto, ne è diventato il capo progettista, con dietro tutto il codazzo leghista.

Anche nel centrosinistra in molti nel tempo hanno accarezzato l’idea del Ponte. “Continuano a parlare dello Stretto di Messina, ma io dico che gli otto miliardi li dessero alle scuole per la realizzazione di nuovi edifici e per renderle più moderne e sicure”, disse nel 2012 Matteo Renzi, salvo poi cambiare idea nel 2016, quando era premier: “Può creare 100mila posti di lavoro”.

Le parole di Renzi suscitarono anche la reazione di Giorgia Meloni, che sui social pubblicò un fotomontaggio di un ponte che, invece della Sicilia e della Calabria, univa la Sicilia con il Nord Africa. “Su internet ho trovato il progetto ‘segreto’ del Governo Renzi-Alfano del Ponte sullo Stretto…”, ironizzava allora Meloni all’opposizione.

Ora il leader di Italia Viva sembra aver cambiato di nuovo idea e, qualche settimana fa, ha tagliato corto: “Il Ponte sullo Stretto è un’opera di distrazione di massa”.

Se Beppe Grillo si dichiarò sempre contrario al ponte, e attraversò anche a nuoto lo Stretto poco prima delle Regionali in Sicilia, il Movimento 5 Stelle con Giuseppe Conte fu più prudente. Un “ni” fu espresso dall’ex leader M5S nell’estate del 2020, tra una pandemia e l’altra: “Bisogna pensarci. Dovrà essere una struttura eco-sostenibile, leggera e compatibile con i territori. Nel caso anche sottomarino, perché no. Ci stiamo pensando”.

Un “sì” chiaro arrivò invece dal viceministro M5S alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, che intervistato dalla Stampa nel 2021 spiegò: “Ponte sullo Stretto pronto in 10 anni, diventerà il simbolo della ripartenza. Sarà a tre campate e ci passerà la ferrovia. Si tratta di un progetto nazionale che riguarda tutta Italia, non solo il Sud: saremo il collegamento tra Europa e Africa”.

Insomma, arrendiamoci: il Ponte, quello immaginifico che già svetta tra la Sicilia e la Calabria, continuerà ad essere ancora a lungo uno dei temi delle prossime campagne elettorali. Nel caso, anche sottomarino. O a tre campate. Oppure…

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