
Negli ultimi anni la canapa si è affermata come una delle materie prime più promettenti per rendere l’edilizia più sostenibile, salubre ed efficiente. Coltivata da secoli per i più diversi utilizzi, oggi questa pianta trova nuova vita nel settore delle costruzioni, grazie alle sue straordinarie proprietà ambientali e tecniche.
Un ettaro di canapa è in grado di assorbire fino a 15 tonnellate di CO2 all’anno, senza bisogno di pesticidi o fertilizzanti. Questa capacità di cattura del carbonio, unita alla velocità di crescita e alla capacità di rigenerare i suoli, ne fa una coltura ideale per coniugare produzione industriale e tutela dell’ambiente. Una volta raccolta, la parte legnosa del fusto, detta canapulo, può essere combinata con la calce per creare biocompositi che immobilizzano il carbonio per l’intero ciclo di vita dell’edificio. In questo modo l’architettura non solo riduce le proprie emissioni, ma diventa un vero e proprio strumento di contrasto al cambiamento climatico.
Oltre al bilancio ambientale positivo, la canapa garantisce anche performance tecniche di alto livello: eccellente isolamento termico, regolazione naturale dell’umidità, resistenza al fuoco e agli insetti, abbattimento acustico e grande durabilità. Queste caratteristiche la rendono adatta a nuove costruzioni e ristrutturazioni, in murature portanti, tamponamenti o sistemi a cappotto.
Tecnocanapa e il Biomattone: un esempio concreto
Tra le realtà che hanno saputo trasformare il potenziale della canapa in un prodotto industriale scalabile c’è Tecnocanapa by Senini, divisione specializzata nella bioedilizia che ha sviluppato il Biomattone in canapa e calce. Si tratta di un materiale completamente carbon negative, capace di sequestrare da 44 a 105 kg di CO2 per ogni metro cubo.
Già utilizzato in oltre 1.000 edifici in Italia e all’estero – tra cui il Vespucci Waterfront in Salento e la nuova Facoltà di Veterinaria di Pisa – il Biomattone ha dimostrato di unire sostenibilità, comfort abitativo e prestazioni tecniche senza compromessi. Grazie alle certificazioni EPD e Biosafe e a una filiera produttiva interamente italiana, rappresenta un esempio concreto di come la transizione ecologica dell’edilizia non sia un obiettivo distante, ma una realtà già possibile, costruita mattone dopo mattone.