La rivoluzione silenziosa: come la digitalizzazione sta trasformando le città

Smart city, digitalizzazione DNA Ambiente

Normative, tecnologia e nuovi ecosistemi digitali: il futuro della gestione ambientale passa per dati affidabili, trasparenza e partecipazione dei cittadini

Dalla sveglia che suona sullo smartphone alle transazioni bancarie online, dai percorsi suggeriti dai navigatori alle serie che guardiamo in streaming, oggi la digitalizzazione non è più un fenomeno di nicchia, ma il tessuto invisibile che regge la nostra quotidianità. Con la pandemia abbiamo capito che non si tratta solo di un vantaggio competitivo, ma di una condizione necessaria per il funzionamento di interi settori: dall’istruzione alla sanità, dal commercio alla pubblica amministrazione. Strumenti sempre più potenti e accessibili hanno ridefinito i confini tra fisico e virtuale.

Anche le città stanno vivendo questa trasformazione, spesso in modo silenzioso: dietro la pulizia di una piazza, lo svuotamento di un cestino o la manutenzione di un lampione, oggi ci sono piattaforme digitali che permettono di ottimizzare risorse, ridurre costi e migliorare la qualità dei servizi.

Dal quadro normativo all’innovazione obbligata

La spinta alla transizione digitale non è solo culturale o tecnologica, ma anche normativa. Con l’approvazione del Testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani (TQRIF), introdotto dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) con la delibera 15/2022/R/rif, le aziende che gestiscono i servizi ambientali sui territori devono garantire trasparenza, tracciabilità e misurabilità delle performance. Non basta più “fare bene”: occorre dimostrare, con dati oggettivi, la qualità del servizio reso a cittadini e amministrazioni. Tecnologie come RFID per la tariffazione puntuale, sistemi GPS per la tracciatura dei mezzi e software di reportistica automatica diventano indispensabili non solo per ottemperare alla regolazione, ma anche per ridurre costi, migliorare la capacità di risposta in caso di eventi straordinari (ad esempio nei picchi turistici) e incrementare i risultati ambientali in termini di raccolta differenziata e minori emissioni di CO₂.

DNA Ambiente: un ecosistema digitale unico in Italia

In questo scenario nasce DNA Ambiente, un ecosistema che unisce le competenze di cinque realtà innovative — Ambiente.it, Sartori Ambiente, Giunko, Arcoda e HPA.

Benedetta De Santis, CEO di Giunko

“Alcuni di questi player hanno oltre 30 anni di esperienza sul mercato e hanno deciso di ‘fare squadra’ in vista di un obiettivo comune: supportare la transizione digitale del settore ambientale in Italia, recependo e, anzi, anticipando gli obblighi normativi introdotti da ARERA e dall’UE” – Benedetta De Santis, CEO di Giunko

Il risultato è un polo tecnologico integrato che già oggi serve 3.500 Comuni italiani, raggiunge 24 milioni di cittadini e calcola una bolletta TARI su cinque. DNA Ambiente offre soluzioni per coinvolgere e mettere in rete tutti gli attori della filiera della gestione ambientale:

  • Cittadini: attraverso l’app Junker, che risponde a dubbi sulla raccolta differenziata e permette di interagire direttamente con i gestori;
  • Operatori: tramite contenitori dotati di TAG RFID, dispositivi per la lettura di TAG a bordo mezzo o portatili e sistemi di navigazione che guidano i mezzi sul percorso ottimale;
  • Gestori e Comuni: con software che automatizzano la programmazione dei servizi, la rendicontazione annuale e la compliance ad ARERA.

Persone al centro

Non solo algoritmi di intelligenza artificiale che ottimizzano i giri di raccolta o chatbot che migliorano il customer care, ma strumenti progettati per semplificare la vita quotidiana di cittadini e operatori.

Luca Torresan, Board Member di DNA Ambiente

“Nel nostro ecosistema la digitalizzazione è un potente strumento di ottimizzazione, inclusione e trasparenza. Per questo le nostre soluzioni sono nativamente digitali e integrate, compliant by design alla normativa e sviluppate con attenzione alla semplicità di utilizzo da parte dei cittadini e al benessere degli operatori della raccolta” – Luca Torresan, Board Member di DNA Ambiente

IA Generativa e nuove sfide

Guardando al futuro, DNA Ambiente intende proseguire il percorso di evoluzione tecnologica già intrapreso, con un occhio attento alle sfide globali e alle esigenze dei clienti, dai piccoli gestori alle grandi multiutility.

Alessandro Lazzari, Board Member di DNA Ambiente

“Nel 2026 procederemo nel percorso avviato per rendere le nostre soluzioni software sempre più efficienti grazie all’IA Generativa e sempre più vicine alle esigenze di tutti i clienti: dalle grandi multiutility ai piccoli gestori” – Alessandro Lazzari, Board Member di DNA Ambiente.

L’occasione perfetta per conoscere dal vivo le nuove soluzioni dell’ecosistema DNA Ambiente e richiedere demo personalizzate sarà alla prossima edizione di Ecomondo, in programma a Rimini dal 4 al 7 novembre. Le aziende del brand saranno presenti in fiera agli stand 017 e 019, dove accoglieranno i visitatori in una “piazza” progettata come un unico, innovativo spazio di incontro, dove la realtà fisica e quella digitale si mescolano. Con DNA Ambiente la digitalizzazione diventa un alleato per città più sostenibili, servizi più trasparenti e cittadini più coinvolti. Un esempio di innovazione italiana che guarda al futuro con ambizione globale.

 

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