La sofferenza delle galline ovaiole tra lesioni, ustioni e dermatiti. Cosa emerge da uno studio italiano

Fratture, ustioni, piaghe: quella delle galline ovaiole è una vita tutt’altro che felice. A evidenziare il pessimo livello di benessere dei volatili è uno studio pubblicato sulla rivista Poultry Science, firmato dal DAFNAE, il Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente dell’Università di Padova e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Come si legge su Il Fatto Alimentare, sebbene in Italia siano macellate 17,4 milioni di galline su 40 milioni, non esistono studi sul loro benessere animale.

Scegliere il biologico una possibile via

Dalla ricerca emerge che nei capannoni usati negli allevamenti intensivi non sembrerebbe essere garantito uno standard di vita accettabile. Le galline vanno incontro a lesioni alle zampe (ustioni e dermatiti), deviazioni e fratture dello sterno, vesciche al petto, in generale una esistenza fatta di sofferenze. I volatili esaminati provenivano da 50 aziende, 18 utilizzano gabbie arricchite, 15 strutture di allevamento a terra su un solo livello e 17 sono multilivello. Resta quindi fondamentale capire il modo in cui sono attrezzati gli stabilimenti, più che le rassicurazioni date poi al consumatore sull’assenza di antibiotici o ogm. Come suggerisce Il Fatto Alimentare: “Scegliere il biologico è l’unico modo per avere uova provenienti da galline felici perché vivono in capannoni meno affollati, hanno molto più spazio a disposizione, la luce è naturale e all’esterno ci sono aree dove razzolare (almeno 4 mq a testa). Oltre a ciò gli animali sono nutriti con mangimi biologici”.

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