“Io sono uno dei 5.000 espropriandi del Ponte sullo Stretto di Messina. Sono un pensionato, ho 75 anni e sono un invalido civile. In tanti, purtroppo, si trovano in questa situazione. Una situazione a dir poco assurda. E da anni dobbiamo convivere con una vera e propria spada di Damocle, io non dormo la notte. Un giorno ci dicono che la nostra casa verrà espropriata, poi ci dicono che forse c’è una speranza. È un vero tormento”. Lo dice il messinese Eros Giardina, 75 anni, uno dei residenti in un immobile che sarà espropriato per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Sul versante siciliano il progetto prevederebbe l’esproprio di circa 450 unità immobiliari. Di cui quasi 300 case: oltre 200 nella zona di Contrada Margi, a Torre Faro, dove secondo il progetto definitivo doveva sorgere il maestoso pilone siciliano del Ponte sullo Stretto di Messina, circa 50 a Contesse, a Messina Sud, e altre 10 distribuite nei vari cantieri.
60% sono prime case
Di queste abitazioni circa il 60% sono prime case e circa 175 famiglie dovrebbero trasferirsi. Mentre si contano anche circa 120 negozi e quasi 40 ruderi.

“Noi non abbiamo intenzione di mollare. Per tutto l’oro del mondo. La nostra casa è lo scrigno dei nostri ricordi e nessuno ce la toglierà. Abbiamo sempre pagato le tasse. Dopo il Governo Berlusconi e con il Governo Monti era stato detto che il Ponte sullo Stretto di Messina non si sarebbe fatto più e dunque abbiamo potuto fare tutti i lavori che per paura non avevamo fatto precedentemente. La Corte dei Conti, adesso, a quanto pare, ci fa tirare un sospiro di sollievo”.
“Apprendere la notizia di un imminente esproprio è stato un terribile incubo” afferma Federica Giunta, 24 anni, che vive a Contesse, a Messina Sud, anche la sua abitazione è a rischio esproprio.
“Contesse è sempre stato e continua a essere un fulcro di traffico incredibilmente intenso. E non osiamo immaginare cosa potrebbero causare gli espropri – afferma – La notizia che al momento a quanto pare si congela tutto ci fa tirare un sospiro di sollievo. Ma del domani non vi è certezza e l’incubo dell’esproprio rimane tale”.
L’articolo La spada di Damocle sui 5mila “espropriandi” del Ponte sullo Stretto. La Corte dei Conti gli salva (forse) la casa proviene da Blitz quotidiano.
