L’Anm attacca Nordio: “Era contro la separazione delle carriere”. Lui: “Ho cambiato idea trent’anni fa”

L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) torna all’attacco del ministro della Giustizia Carlo Nordio, accusandolo di incoerenza in merito alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. A sollevare la questione è stata la pubblicazione, sulla rivista La Magistratura, di una lettera datata 1994 e firmata dallo stesso Nordio, all’epoca magistrato a Venezia. Nella missiva, l’attuale Guardasigilli, insieme ad altri colleghi, si diceva “contrario alla divisione delle carriere dei magistrati con funzioni requirenti e con funzioni giudicanti”.

Un chiaro contrasto rispetto alla posizione attuale del ministro, oggi promotore della riforma voluta dal governo Meloni. L’ANM ha voluto sottolineare come questa inversione di rotta alimenti perplessità all’interno della magistratura e sollevi dubbi sull’impianto e le finalità della riforma in discussione.

La risposta del ministro: “Non ho cambiato idea”

Il ministro Nordio non ha smentito la lettera, ma ne ha spiegato il contesto. “Nel ’92 eravamo tra stragi e tangentopoli. Io stesso ero oggetto di attacchi da parte della politica perché avevo arrestato democristiani e socialisti, e la magistratura doveva restare compatta. Ma tre anni dopo scrissi che stavamo esagerando, e che erano necessarie riforme radicali”, ha dichiarato.

In un’intervista a Il Giornale, ha poi aggiunto: “Il Giornale e il Corriere uscirono con un titolo in prima pagina: ‘Il giudice Nordio si pente’. Da allora, non ho più cambiato idea. E nel 1997 fui chiamato dai probiviri dell’ANM per render conto delle mie idee eretiche. Naturalmente li mandai al diavolo. Ho recuperato la corrispondenza e l’ho fatta mettere nel sito del ministero”. Ha infine ricordato di aver scritto “della separazione delle carriere la prima volta 30 anni fa”, subendo forti critiche da parte dell’ANM, ma senza mai abbandonare quella posizione.

L’appello del Movimento 5 Stelle

Dura la replica del Movimento 5 Stelle, che invita il ministro a seguire l’esempio del magistrato che fu. «Rivolgiamo un appello al ministro Carlo Nordio: dia retta al Pm Carlo Nordio che nel 1994 firmò la lettera che i magistrati della Procura di Venezia mandarono all’ANM», si legge in una nota firmata dai rappresentanti M5S nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato.

I parlamentari ricordano che quell’appello, sottoscritto da oltre 1.500 magistrati, sottolineava come «l’indipendenza del Pm rispetto all’esecutivo e l’unicità della magistratura abbiano rappresentato in concreto una garanzia per l’affermazione della legalità e la tutela del principio di eguaglianza dinanzi alla legge». E concludono: «Spaccando in due la magistratura e aggredendola continuamente con azioni denigratorie e punitive si fa un enorme danno ai cittadini, oltre che alla giustizia in generale, colpendo in modo distruttivo i principi della legalità e dell’uguaglianza».

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