In copertina le 100 notizie dell’anno, poi spazio alla tragica morte di Natale De Grazia, il trentennale del progetto Appennino Parco d’Europa, le pubblicazioni scientifiche e tanto altro
Dicembre è mese di bilanci. Quello proposto da “Nuova Ecologia” si concentra sulle 100 notizie che finora hanno segnato il 2025. E lo fa a partire dalla copertina, progettata graficamente da Alessio Melandri, che offre una rappresentazione vivida dei principali fatti che hanno caratterizzato l’anno che sta per concludersi: dagli eventi climatici estremi alle guerre, alle crisi globali che continuano a dominare la cronaca.

Protagonista indiscusso dell’anno è Donald Trump. Il suo negazionismo climatico ha influenzato la politica globale, con azioni come l’uscita dagli Accordi di Parigi, con le nuove autorizzazioni per l’estrazione di combustibili fossili e gli attacchi frontali alla scienza e alla transizione ecologica, come quelli pronunciati a settembre dal podio dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’ultima notizia dell’annuario di “Nuova Ecologia” è sulla Cop30 di Belém, in Brasile: soltanto in extremis, dopo due settimane di negoziati, i circa 200 Paesi partecipanti, Stati Uniti assenti, hanno raggiunto un accordo, che gli ambientalisti considerano però insufficiente rispetto alle sfide che la crisi climatica ci pone.
Accanto alle ombre, tuttavia, il resoconto del 2025 tracciato dal mensile non manca di dar spazio a segnali incoraggianti, in primo luogo all’avanzata inarrestabile delle energie rinnovabili, confermata dal “World energy investment report” dell’Agenzia internazionale dell’energia del 5 giugno, che certifica il predominio delle fonti pulite negli investimenti energetici globali.
In primo piano, nelle pagine della rivista, un articolo ripercorre la tragica vicenda del capitano di fregata Natale De Grazia, morto in circostanze misteriose a soli 39 anni nel 1995 mentre investigava sul traffico delle cosiddette “navi a perdere” – imbarcazioni affondate illegalmente per smaltire rifiuti pericolosi. A trent’anni dalla sua morte, Legambiente continua a chiedere verità e giustizia. Dopo anni di incertezze e silenzi, la commissione parlamentare d’inchiesta sulle Ecomafie della XVI legislatura ha finalmente escluso le cause naturali, ipotizzando un avvelenamento. L’associazione ambientalista propone poi di onorare il capitano De Grazia finanziando e avviando un programma europeo di alto livello scientifico per monitorare le aree marine dove potrebbero essere avvenuti gli affondamenti.
Un altro trentennale raccontato nelle pagine di “Nuova Ecologia” è quello del progetto “Ape – Appennino Parco d’Europa”: lanciato nel 1995, e sostenuto da Legambiente, ministero dell’Ambiente, Regione Abruzzo e Federparchi, ha reso l’Appennino la più grande infrastruttura verde d’Italia, vero e proprio modello di integrazione tra conservazione della natura e sviluppo sostenibile. “Ape” ha infatti contribuito a promuovere la collaborazione istituzionale e lo sviluppo ecocompatibile nelle zone montane, integrando natura, economia e comunità locali.
Un altro contenuto da segnalare, nella sezione dedicata alla divulgazione scientifica, è “Brevettare la conoscenza”, un approfondimento curato da due ricercatori del dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss) per raccontare come e quando un risultato scientifico si trasforma in un articolo pubblicato, analizzando il processo che va dalla scelta della rivista alla peer review, fino all’assegnazione del Doi. Oltre l’aspetto più “tecnico”, il servizio vuole mettere in evidenza il significato profondo di un articolo scientifico, l’importanza di far circolare e consolidare la conoscenza. Per questo è fondamentale che la scienza diventi sempre più aperta, inclusiva e accessibile, senza accessi limitati alle riviste, costi esorbitanti dell’open access e disuguaglianze tra Paesi.
