Le parole sono importanti

Dalla stessa parte mi troverai libro Mira

Il romanzo di Valentina Mira ricostruisce la storia di Mario Scrocca, ventottenne, incarcerato il 30 aprile e trovato morto il 1 maggio 1987, dieci anni dopo i fatti di Acca Larentia

A Roma tutti conoscono i fatti di Acca Larentia, fosse solo perché ogni 7 gennaio centinaia di camerati si radunano nell’omonima via per celebrare, a braccia tese, il rito del “presente”. L’intento è ricordare i due militanti dell’allora Msi uccisi dai Nuclei armati per il contropotere territoriale. Ci fu anche un terzo missino ucciso dalle forze dell’ordine durante gli scontri successivi (se ne parla poco, non ci sarà nessuna condanna). E poi c’è Mario Scrocca, giovane di estrema sinistra arrestato 10 anni dopo – sulla base di un racconto di una ragazza allora quattordicenne che neanche lo riconosce – indicato come membro del commando che colpì i fascisti. Viene portato nel carcere di Regina Coeli. Lui teme per la sua incolumità. Lo mettono in isolamento in una cella “anti suicidio”, da dove uscirà cadavere. Impiccato, dicono. 

Il romanzo di Valentina Mira ricostruisce la storia di Mario Scrocca, ventottenne, incarcerato il 30 aprile e trovato morto il 1 maggio 1987. E cerca di fare chiarezza nella speranza che qualcuno possa trovare la forza di raccontare cosa sia successo quel giorno a Regina Coeli. Nel libro, scritto con Rossella Scarponi, vedova di Mario, Mira insiste su un concetto: le categorie di “vittima” e “carnefice” non bastano a stabilire responsabilità e dare giustificazioni. Aver subito perdite non ti autorizza a descriverti come vittima se negli stessi anni ti sei reso responsabile di agguati e stragi. Idem per chi subisce e reagisce con violenza. Lo storytelling va controllato, emendato prima di accettarlo per farne una bandiera. È con questa logica che vengono sminuiti gli abusi, perché se non sei solo vittima allora forse te la sei cercata. 

Valentina Mira
Dalla stessa parte mi troverai
SEM
pp.256, 17 euro