In particolare per le regioni d’Italia caratterizzate da boschi e temperature elevate con sole cocente, gli incendi sono un argomento spinoso che provoca danni inestimabili.
Secondo i dati raccolti, gli incendi in Italia nel 2025 hanno interessato 16 regioni, colpendo oltre 890 chilometri quadrati di superfici. Un numero di circa 1600 incendi, dunque, che rappresenta una vera e propria piaga per il nostro Paese.
Per dare un ulteriore contesto al quadro generale, il 2025 ha rappresentato il peggiore degli ultimi 4 anni sulla tematica ambientale connessa agli incendi (sebbene le superfici boschive siano quasi raddoppiate negli ultimi 20 anni, il che è un dato sicuramente positivo di cui non si parla abbastanza).
Le regioni più colpite dagli incendi sono Puglia, Calabria, Sicilia e Campania, che corrispondono all’85% delle aree bruciate nel nostro Paese. Sebbene nella maggior parte dei casi sia diffusa la pratica di bruciare in modo controllato le sterpaglie per la creazione di ceneri dalle proprietà concimabili, esiste un problema serio che affligge le regioni da decenni: quello degli incendi dolosi.
Dati sugli incendi dolosi
Secondo Coldiretti, il 60% degli incendi nel nostro Paese è di natura dolosa. Sono, quindi, intenzionali le aree boschive date alle fiamme, per scopi che vanno dallo sfruttamento economico dei terreni ripuliti, fino al semplice “gusto” di fare fuoco a qualcosa da parte dei cosiddetti “piromani”.
La problematica è seria e ha conseguenze negative su una molteplicità di fattori. Primo fra tutti, la riduzione delle aree boschive rappresenta un danno ambientale alla fauna locale. Secondo, la qualità dell’aria ne risente, per via della riduzione del numero di alberi capaci di assorbire la CO2. Connessa a ciò, l’emissione di anidride carbonica in seguito alla combustione non fa altro che inquinare l’aria ulteriormente, ponendo dei gravi rischi per la salute delle persone che vivono nella zona.
Per tali motivazioni, le Autorità locali e nazionali si stanno impegnando sempre di più per prevenire questi comportamenti e per punire coloro che li mettono ugualmente in atto.
Alcune strategie di prevenzione
Per concretizzare tali iniziative di carattere nobile, i Comuni e le organizzazioni competenti di carattere regionale stanno adottando alcune soluzioni allo scopo di contrastare questi fenomeni.
In primis, l’installazione di telecamere di videosorveglianza in HD e alta qualità, che consentono di riprendere quello che succede nelle aree naturalistiche interessante, è assolutamente fondamentale per arginare questi comportamenti.
In abbinamento a tali tecnologie, è spesso necessario implementare meccanismi di lettura della targa, che permette di rilevare il veicolo utilizzato dal piromane. Tale ulteriore metodologia di prevenzione funge da strumento aggiuntivo per risalire all’identità di un individuo che si è macchiato di comportamenti dannosi.
L’impiego della tecnologia nelle operazioni di contrasto alla piromania è assolutamente fondamentale, poiché consente di raggiungere in modo capillare tutte le zone boschive e di raccogliere prove schiaccianti qualora non fosse possibile prevenire un incendio. Punire coloro che sono colti in flagrante è altrettanto importante quanto prevenire, in modo da scoraggiare tali comportamenti in futuro.
Educare può essere di aiuto
Sebbene le motivazioni economiche dietro agli incendi dolosi siano spesso più grandi di quello che pensiamo, e dunque abbiano un’influenza capace di far venire meno alcuni principi importanti, resta fondamentale educare gli individui al rispetto dell’ambiente.
Attraverso l’insegnamento del rispetto per madre natura e per le aree naturalistiche, allora diventa possibile riuscire a contenere l’insorgenza e la diffusione di comportamenti dannosi come quello della piromania e degli incendi dolosi.
La speranza è che insegnando agli individui ad essere responsabili si riesca anche a proteggere i boschi e a ridurre l’impatto negativo connesso agli incendi.
