Una pinna si staglia all’orizzonte, la colonna sonora incalza, il sangue sporca la limpida acqua dell’oceano. Pochi film hanno saputo lasciare lo spettatore con il fiato sospeso, anche dopo ben 50 anni, come uno dei cult di Steven Spielberg. Esatto, Lo Squalo spegne le sue cinquanta candeline e lo ha fatto vincendo un contest tutto nostro, legato alla community di ScreenWorld. Sui nostri canali social abbiamo, nei giorni scorsi, dato il via a un piccolo torneo per dar scegliere a voi quale fosse il miglior lungometraggio estivo. Quello per eccellenza, che ricorda il sale del mare e da vedere e rivedere ogni anno in questo periodo. Tante erano le scelte, ma quel Jaws di Spielberg l’ha spuntata con un distacco non indifferente. Ma non è finita qui.
In questo articolo, oltre a voler celebrare la vittoria nel nostro contest e l’anniversario di questo colosso della storia del cinema, vogliamo dare spazio alle vostre voci, ai vostri pensieri e alle vostre esperienze. Attraverso il gruppo telegram di ScreenWorld, abbiamo chiesto quale ricordo aveste di Lo Squalo e alcuni di voi ne hanno approfittato per tornare indietro nel tempo e condividere le emozioni, positive o negative, che il film ha suscitato.
“Ricordo di questo film la colonna sonora di Williams che ormai è diventata una sorta di meme se vogliamo, per certe situazioni. Poi questo è forse uno dei primi film che parla di un horror, nel senso realistico del termine. Un orrore reale, non come adesso Dracula e compagnia bella. È un filmone, tutt’ora se penso a certi film seminali sugli squali non ci sia attualmente paragone“. – Francesco Perugia, dal gruppo telegram ScreenWorld
Quello dello Squalo è stato definito il primo vero blockbuster moderno, ed è incredibile pensare che è stato creato da una mente che, ai tempi, era ancora giovane e carica di possibilità. Steven Spielberg ha dato vita a un vero e proprio fenomeno di massa, in grado di terrorizzare una generazione e non solo una. Il primo film su un terrore primordiale che, ad oggi, non è invecchiato di un giorno. Sono tante le pellicole uscite negli anni ’70 che nel 2025 appaiono datate, ma Lo Squalo buca lo schermo e ci tiene sulle spine anche adesso.
“Ricordo di aver visto questo film quando avevo circa 6/7 anni, lo associo alle serate calde estive quando per noia accendi la tv, e rimasi subito catturata da questa storia, da un mostro che alla fine non era di fantasia come gli altri horror, ma un qualcosa di reale. Non lo rivedo da allora, sicuramente visto adesso da adulta avrà un altro effetto su di me, ma sono convinta che, come con me, questo é uno dei film che ha lasciato il segno su tanti bambini di quegli anni (sperando non di non essere l’unica bambina che vedeva horror a 6 anni )“. – Faramisia, dal gruppo telegram ScreenWorld
Quello di Lo Squalo è anche un esperimento di non poco conto, un mix di generi che ha saputo lasciarci senza fiato, così come alla nostra community. Chi ha parlato a favore del film, chi lo ha fatto a sfavore, ma sempre con spirito critico e per promuovere una discussione priva di giudizi. Perché in un modo o nell’altro, Lo Squalo è entrato nei cuori di tutti, nel bene e nel male. Un film che ha cambiato la storia del cinema e dopo 50 anni sembra uscito soltanto ieri.
“Esordisco dicendo che, lo ammetto: Lo Squalo mi annoia. Forse l’ho visto fuori tempo massimo, con occhi ormai assuefatti al ritmo, alla tensione e agli effetti del cinema contemporaneo. Guardarlo oggi per la prima volta è stato come osservare un grande affresco attraverso un vetro appannato: ne colgo l’importanza, ne riconosco la maestria tecnica. Lo Squalo, per l’epoca, è realizzato in modo straordinario, ma la mia visione è rimasta inevitabilmente imbrattata dal filtro del presente.
Capisco perfettamente cosa abbia rappresentato per il cinema, so quanto abbia segnato un punto di svolta, ma se devo essere sincero con me stesso, non sono mai riuscito a farmi coinvolgere davvero. Magari non empatizzo con i protagonisti, magari l’ambientazione non mi suscita interesse, magari perchè e diretto da un regista che spesso amo, ma altrettanto spesso non riesco ad apprezzare, o in generale non mi entusiasma l’idea di un semplice squalo assassino, non saprei. Ripeto, Lo Squalo è un film che rispetto molto, diretto da qualcuno che rispetto molto, ma che non è mai riuscito a toccarmi.
Ne approfitto per dire che questo pensiero, che so essere in controtendenza, non vuole essere una provocazione. Semplicemente credo che si possa esprimere un’opinione personale, anche se va contro il giudizio comune. Mi piace comunicare che non dovrebbe mai essere un problema dire che un film considerato un capolavoro non ci ha convinti del tutto, si può e si deve farlo senza sentirsi meno appassionati di cinema per questo“. – Danny Ingrassia, dal gruppo telegram ScreenWorld
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