Macabri ritrovamenti in Liguria. Un teschio in spiaggia a Chiavari, uno scheletro nel torrente a Genova

Due macabri ritrovamenti in Liguria riusciranno forse a far piena luce sulla scomparsa di due uomini. Nel primo caso, i frammenti di un teschio sono affiorati in spiaggia a Chiavari, alla foce del fiume Entella: dai primi rilevamenti sembra probabile appartenere a un barbiere egiziano decapitato un paio di anni fa.

Nel secondo caso, la metà superiore di uno scheletro adagiata sul greto del torrente Geirato nel quartiere Molassana di Genova, appare compatibile con il corpo di un cinquantenne di origine portoghese di cui la fidanzata aveva denunciato la scomparsa un anno e mezzo fa.

Frammenti di teschio alla foce dell’Entella, forse sono di Mamhoud

Saranno gli esami del dna a stabilire se i frammenti di teschio ritrovati in spiaggia a Chiavari appartengono al giovane barbiere egiziano Mahmoud Abdallah decapitato nell’estate di due fa. Un pezzo della calotta cranica è stata rinvenuto sulla spiaggia chiavarese dopo la violenta mareggiata di ieri.

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Macabri ritrovamenti in Liguria. Un teschio in spiaggia a Chiavari, uno scheletro nel torrente a Genova (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Gli uomini del commissariato hanno preso in custodia il reperto osseo e inviato agli studi di medicina legale per capire se c’è compatibilità con Mahmoud.

Abdallah venne ucciso e decapitato a Sestri Ponente. Per quell’omicidio lo scorso novembre sono stati condannati all’ergastolo dalla corte d’assise di Genova Ali Mohamed Ali Abdelghani, detto Bob, e Ahmed Gamal Kamel Abdelwahab, detto Tito, datori di lavoro di Mahmoud nel “Barber Shop Ali” di Sestri Ponente. La testa del ragazzo venne gettata in acqua alla foce dell’ Entella.

Scheletro nel torrente, forse del portoghese sparito da un anno

Potrebbero appartenere a un uomo di 54 anni, portoghese, i resti trovati ieri nel torrente Geirato, nel quartiere Molassana a Genova. E’ una delle ipotesi a cui stanno lavorando gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal pm Alberto Landolfi.

Gli inquirenti hanno controllato le banche dati delle persone scomparse e le denunce arrivate in tutte le stazioni dei carabinieri della zona e ci sarebbe una corrispondenza.

L’uomo era scomparso a gennaio 2024 come aveva denunciato ai militari della stazione di Molassana la fidanza che lo ospitava. La procura ha disposto la comparazione del Dna con alcuni effetti personali trovati in uno zainetto poco distante dallo scheletro.

I resti comprendono un teschio con tracce di pelle e barba, il torace e la parte superiore del corpo ma non quella inferiore. Dalle dimensioni delle ossa, l’uomo sarebbe stato alto circa un metro e 80.

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