Mafia dei pascoli, 65 condanne in appello al maxiprocesso dei Nebrodi

Un gregge di pecore al pascolo ad Anversa degli Abruzzi

Una sola conferma integrale e molte riduzioni di pena. I clan organizzavano truffe agricole ai danni dell’Unione Europea per milioni di euro

Nella serata del 5 settembre, nell’aula bunker del carcere messinese di Gazzi, è stata emessa la sentenza del maxiprocesso d’appello sulla mafia dei pascoli nei Nebrodi. L’inchiesta, avviata anche grazie alle denunce dell’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, riguarda i clan dei Batanesi e dei Bontempo Scavo che per decenni avrebbero organizzato truffe agricole all’Unione Europea e all’Agea drenando milioni di euro di fondi pubblici.
Secondo la Gazzetta del Sud sarebbero 65 le condanne, con una sola conferma integrale della decisione di primo grado per Gino Calcò Labruzzo; per gli altri 64 imputati numerose riduzioni di pena. Ci sono state però 18 assoluzioni totali e 6 prescrizioni totali oltre a una lunga lista di assoluzioni e prescrizioni parziali. I giudici d’appello hanno inoltre ribadito, come era successo in primo grado, l’accusa di associazione a delinquere semplice nei confronti dei presunti esponenti del gruppo Faranda-Crascì ritenuto dalla Dda vicino ai Bontempo Scavo. Per il gruppo dei Batanesi è stata confermata sostanzialmente la strutturazione mafiosa.

vignetta di Gianlorenzo Ingrami sulla mafia dei pascoli
La vignetta di Gianlorenzo Ingrami per La Nuova Ecologia

La pena più alta la sconterà Sebastiano Bontempo, con 20 anni e 6 mesi, mentre Salvatore Aurelio Faranda passa dai 30 anni stabiliti nel primo grado ai 20 anni della sentenza d’appello. Per l’ex sindaco di Tortorici Emanuele Galati Sardo condanna ridotta da 6 anni e 2 mesi a 3 anni e un mese, per una serie di prescrizioni dichiarate, ma nei suoi confronti è stato parzialmente accolto l’appello del pm per altri due capi d’imputazione contestati.

 

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