Roma, 25 lug. (askanews) – “La mia passione politica è iniziata nel 1984: avevo 9 anni e andavo alla festa dell’Unità con mio nonno, ex minatore in Belgio. Quell’anno la festa era tappezzata dai manifesti di Enrico Berlinguer,morto da poco. Chiesi chi fosse e lui mi rispose: una persona onesta e perbene, stava sempre dalla parte dei più deboli. Io sono figlio di quella storia, l’onestà e la trasparenza sono i miei valori, esattamente come lo sono dei Cinque stelle”.
Il candidato del centrosinistra alla presidenza delle Marche Matteo Ricci, europarlamentare Pd indagato da qualche giorno a Pesaro in un’inchiesta su un suo stretto collaboratore per scambi fra utilità elettorali e appalti quando Ricci era sindaco del capoluoho marchigiano, replica su Repubblica alle incertezze di Cinque Stelle e Conte sulla conferma del sostegno alla sua candidatura alle Regionali di fine settembre e invita ad andare a fondo sulle anticipazioni pubbliche circa l’inchiesta a suo carico espresse dallex parlamentare di An e direttore editoriale del Secolo d’Italia Italia Italo Bocchino, oggi consulente del presidente Fdi delle Marche Acquaroli ricandidato dal centrodestra alle elezioni di fine settembre appunto contro Ricci.
“Inquietante: è un mese e mezzo – attacca Ricci- che Bocchino mi ha scatenato contro tutta la stampa di destra. Torna fuori il solito squadrismo”.
Quanto all’avvso di garanzia ricevuto, “non mi sono mai occupato di affidamenti o di appalti: non è una cosa – ripete nuovamente Ricci- che per legge spetta al sindaco, ma alla struttura amministrativa e dirigenziale. In dieci anni da sindaco ho deciso 500 milioni di investimenti pubblici e organizzato tantissimi eventi. Mai una volta mi sono interessato di chi avrebbe realizzato i lavori. Io ho spiegato tutto. E quel che sto dicendo a voi l’ho detto prima a Conte”.