Mediterraneo, un nuovo libro per bambini alla scoperta della biodiversità

Stretto di Messina

Presentato il nuovo albo illustrato “Cronache del Mediterraneo” della biologa Emilia Fulgido, in collaborazione con il National Biodiversity Future Centre, in un evento del Circolo Legambiente Reggio Calabria dedicato all’educazione ambientale

In occasione della Giornata internazionale del Mediterraneo, l’8 luglio scorso, il Circolo Legambiente di Reggio Calabria ha organizzato l’evento “Un tuffo nel cuore del Mediterraneo”, dedicato alla scoperta della biodiversità, all’educazione ambientale e alla divulgazione scientifica anche per i bambini. Al Lido Stazione E1 Bella Beach si è svolto l’incontro di formazione “Discovering Sea Turtle”, a cura di Antonino Morabito, responsabile nazionale Cites, Fauna e Benessere animale di Legambiente, che ha guidato il pubblico alla scoperta delle tartarughe marine e del ruolo fondamentale dei Tartawatcher, i volontari impegnati nella salvaguardia delle nidificazioni lungo le nostre coste. È seguita poi la dimostrazione con i Tarta Dogs con la guida Serena Donnini, per conoscere come lavorano i cani addestrati alla scoperta e alla protezione dei nidi di Caretta caretta. Su diverse spiagge della Calabria nidifica infatti questa specie protetta, per la cui salvaguardia Legambiente lavora da anni.

presentazione libro Reggio Calabria

È stata inoltre l’occasione per presentare, in anteprima nazionale, il libro “Cronache dal Mediterraneo”, appena uscito per Editoriale Scienza-Giunti. Un albo per l’infanzia della biologa marina Emilia Fulgido, socia di Legambiente Reggio Calabria, accompagnato dalle suggestive illustrazioni di Alessandra Benigno. Nella conversazione con le autrici e il presidente del Circolo Daniele Cartisano, il racconto tra scienza e mito alla scoperta della biodiversità di un mare unico al mondo. Pur rappresentando solo l’1% degli oceani del pianeta, infatti, il Mare Nostrum ospita quasi un decimo delle specie mondiali, accogliendo oltre 17.000 varietà.cronache mediterraneo libro

Il pesce Trombetta, espediente narrativo per catturare l’attenzione dei più piccoli, fa da guida nelle profondità mediterranee, tra creature incredibili, piante marine, coralli, molluschi, alghe, fino ad arrivare alle diverse razze di pesci e alle varietà aliene, giunte anche in seguito al riscaldamento climatico.

Seguendo una classificazione che tiene conto di forme e similitudini con generi familiari ai bambini, come fiori, frutti, altri animali o strumenti musicali, il viaggio di Mister Trombetta conduce anche tra la storia, i miti e i luoghi, con speciali focus: le “trame” marine fatte di pizzi e merletti dei vegetali raccontano anche di Chiara Vigo, l’ultima tessitrice della seta del mare, il “bisso”; le interazioni tra organismi marini e ambiente è l’occasione per parlare della prima ecologa Ellen H. Swallow Richards, ingegnera americana di fine Ottocento; fino ad arrivare all’incanto dello Stretto di Messina, punto di incontro tra Jonio e Tirreno, le sue correnti, i suoi fondali, la caratteristica pesca del pesce spada, e naturalmente il mito di Scilla e Cariddi. “Lo Stretto di Messina è il centro del Mediterraneo – ci dice l’autrice Emilia Fulgido – un ecosistema a sé stante, con caratteristiche particolari, un braccio di mare unico dove si possono incontrare specie che vivono solo qui”.

Perché la scelta di intrecciare mito e scienza nel volume?

Ho voluto giocare con la fantasia. Trovo che puntare unicamente a un approccio scientifico in un libro per l’infanzia sia un po’ noioso. La chiave del mito, che d’altronde è presente nella tassonomia della disciplina, mi è sembrata una prospettiva creativa e affascinante. “Il nome è divino” è il titolo di una delle sezioni, e quindi non si poteva non parlare di sirene, tritoni, Nettuno, Venere e naturalmente di Scilla, che infatti è al centro della copertina.

Quali sono le specie più a rischio nel Mediterraneo?

Ne parlo nel libro: sicuramente la Caretta caretta, per la perdita di habitat, l’inquinamento e le pratiche di pesca non sostenibile; e poi la foca monaca, anche se ogni tanto i suoi avvistamenti ci fanno sperare, ma è bene non illudersi; poi una pianta marina, la Posidonia che ha una importante funzione ecosistemica, perché offre protezione e nutrimento ad altri organismi, e la nacchera, che sono entrambe specie endemiche. Ma, in realtà, l’89% delle specie presenti nel Mediterraneo sono a rischio.

Come sta il Mediterraneo?

Essendo un bacino chiuso, il cambiamento climatico e l’inquinamento lo rendono molto a rischio. Purtroppo, si stanno raggiungendo temperature che mettono a dura prova gli organismi più fragili e le specie ancorate al fondo, che non possono spostarsi, per cui subiscono i mutamenti senza potersi difendere.

Il libro nasce in collaborazione con il National Biodiversity Future Center?

Sì, è il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità. Coinvolge 2000 scienziati e 48 enti, tra università, centri di ricerca, fondazioni e imprese. Conservare e valorizzare la biodiversità italiana, che è ricchissima, dovrebbe essere un obiettivo di tutti, è l’unico modo per garantire resilienza al nostro ecosistema e di conseguenza a tutti noi.

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