Mondiali di ciclismo su strada, con una impresa d’altri tempi, l’olandese Mathieu Van der Poel, 28 anni, è il nuovo campione del Mondo di ciclismo su strada.
Sul tracciato di Glasgow ha fatto il vuoto a 23 km dal traguardo, ha salutato i compagni di fuga e nonostante una caduta a 16 km dall’arrivo, ha trionfato in solitaria rifilando un minuto e mezzo al belga Van Aert. Terzo Pogacar. Primo degli italiani l’ottimo Bettiol. L’impresa dell’olandese resterà nella storia per il modo con cui ha centrato una impresa d’altri tempi.
Ha riportato il titolo iridato in Olanda dopo 38 anni. Figlio d’arte, nipote del grande Poulidor, è un atleta polivalente e fenomenale. Basti pensare che nella specialità del ciclocross ha vinto 5 titoli mondiali, una coppa del Mondo e 3 titoli europei. Quest’anno ha già vinto una Milano-San Remo e una Parigi- Roubaix. Un gigante.
UN CIRCUITO MAI VISTO
Da Edimburgo a Glasgow. Una galoppata di 271 km: 120 in linea, il resto in un anello stradale , attorno alla capitale della Scozia, di 14,3 km ripetuto 10 volte. Un circuito mai visto, con 46 curve al giro. Una sbornia di 460 curve e un dislivello di 3.570 metri.
Nel circuito anche un tratto di 200 metri all’8,5% con una punta del 13%, a 1.500 metri dal’arrivo. In sintesi: una gara di ciclocross su strada caratterizzata da una ubriacante serie di curve. In più la grande curiosità di vedere in gara i quattro “moschettieri “: Pogacar, Van der Poel, Van Aert, Evenepoel. Assenti altri due marziani: Roglic e Vingegaard. E pure Top Ganna, escluso per un pasticcio di programmazione; Pippo sabato sera è stato impegnato in pista con il quartetto dell’inseguimento a squadre nella finale con la Danimarca (argento come nel 2022). Una contemporaneità assurda.
MONDIALI, GARA MOVIMENTATA, BLOCCATA DAI MANIFESTANTI
Al via (10.30) 195 corridori di 58 nazioni. Solite scaramucce iniziali. A 191 km dal traguardo alcuni manifestanti bloccano la corsa (5 arresti). La corsa, neutralizzata, riprende dopo mezz’ora, alle 13.14. Un’ora dopo i corridori entrano nel circuito di Glasgow; cominciano i 10 giri finali.
Due ritirati illustri: Sagan e Trentin (brutta caduta dell’azzurro). Folla ai bordi della strada e bel tempo. Sette uomini al comando a cinque giri dalla fine tra cui Bettiol. Non sembrano convinti. Ripresi da una ventina di corridori. Evenepoel alza il ritmo. I big si controllano, si studiano, si stuzzicano con reciproci allunghi. Bettiol in evidenza. È spettacolo. Tempo strano, gocce e sole. Asfalto non ottimale.A tratti scivoloso.
ULTIMI 50 KM
Bettiol tenta la fuga. Va in testa col suo passo da cronoman. Dopo 5 ore di corsa Bettiol conserva un margine di vantaggio di una trentina di secondi. Lo insegue un poker d’assi: Pogacar, Van Aert, Van der Poel, Pedersen. Altro acquazzone. Selva di ombrelli dietro le transenne. Ci sono pure tratti asciutti.
Bettiol ai -22 è raggiunto da una fiammata di Van der Poel. L’olandese fa il vuoto in un amen. Apre il gas. Se ne va con una rabbia agonistica. Ai -16 km colpo di scena: Van der Poel cade in una curva ,si rialza come se niente fosse, inforca sveltamente la bici, un tifoso lo aiuta a ripartire con una spinta energica e riprende a volare con eleganza, ritmo, forza titanica.
Si regala una cavalcata trionfale. “Apre” la folla in delirio. Boati da stadio. Il traguardo è un Maracana’. Godimento allo stato puro. Arriva con maglia e pantaloncini strappati. È l’immagine del ciclismo epico. È un autentico campione del mondo. Primo dopo 6h e 7 minuiti.
ORDINE DI ARRIVO DEI MONDIALI
Primo Mathieu Van der Poel, secondo Van Aert(+1’37”), terzo Pogacar (+1’45”). A seguire: Pedersen(+1’45”), Kung(+3’48”), stesso tempo per Stuyen (sesto), Dinham (settimo), Skujins (ottavo), Benoot (nono) decimo Alberto Bettiol (+4’03”).