Roma, 4 feb. (askanews) – Di fronte a una richiesta di arresto giudicata quantomeno “irrituale”, la Corte d’Appello di Roma, e non il governo, ha deciso di scarcerare Osama Almasri Habish, capo della polizia giudiziaria libica. A quel punto, l’esecutivo è dovuto intervenire per espellere una persona considerata pericolosa per la sicurezza nazionale e lo ha fatto con le modalità che si applicano di prassi in questi casi. E’ questa la linea del governo che sarà ribadita domani, prima nell’aula della Camera e poi al Senato, dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal ministro della Giustizia Carlo Nordio con un’informativa che sarà ripresa in diretta dalla Rai.
Sui presunti crimini di Almasri, che dal 6 gennaio era in Europa e si spostava liberamente tra diversi Paesi, da tempo stava indagando la Corte penale internazionale. L’uomo era stato fermato in Germania per un controllo di routine il 16 gennaio e il giorno seguente l’Interpol aveva avvisato l’Italia che era diretto nel nostro Paese. Il 18 gennaio Almasri era stato dunque fermato in Piemonte, ma in quel momento nei suoi confronti non risultava ancora pervenuto alcun mandato, ragion per cui era stato lasciato andare. La richiesta di arresto da parte della Cpi arrivava solo il giorno seguente e per questo il 20 gennaio il libico veniva arrestato dalla Digos a Torino e portato in carcere. L’arresto era stato eseguito su mandato della Cpi ai fini dell’estradizione, ma, secondo quanto è stato riferito, sarebbe servita l’autorizzazione del ministro della Giustizia, che però – è la linea del governo – non era stato avvisato per tempo. Ecco perché la Corte d’Appello di Roma non convalidava l’arresto. Il 21 gennaio Almasri veniva dunque rilasciato ed espulso su decreto del Viminale in quanto “soggetto pericoloso”, casi in cui si utilizza sempre un aereo militare e non un volo di linea. Martedì 28 gennaio, per la vicenda, la premier Giorgia Meloni annunciava di essere stata iscritta nel registro del procedimento da inviare al Tribunale dei ministri, insieme ai ministri Piantedosi e Nordio e al sottosegretario Alfredo Mantovano, dal procuratore di Roma Francesco Lo Voi, che aveva ricevuto una denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti per presunto favoreggiamento e peculato. Da lì le polemiche di governo e maggioranza contro la magistratura, accusata di non aver archiviato la denuncia trincerandosi dietro l’obbligatorietà dell’azione penale.
Secondo quanto si apprende, domani il ministro dell’Interno Piantedosi farà una dettagliata ricostruzione di quanto avvenuto, ovviamente per quanto riguarda le competenze del Viminale, e quindi ripercorrerà gli spostamenti in Europa di Almasri e il suo arresto in Italia, coerentemente con quanto già affermato dal ministro nella sua precedente informativa. Per quanto riguarda poi la decisione di espellere Almasri e di reimpatriarlo con volo di Stato, una volta che la magistratura non ne aveva convalidato l’arresto, Piantedosi spiegherà che il soggetto, definito pericoloso, è stato riportato in Libia con un volo militare perché gli agenti di scorta non possono viaggiare armati su un aereo di linea, anche perché si metterebbe a repentaglio la sicurezza degli altri passeggeri.
Dal canto suo il ministro della Giustizia Nordio parlerà delle modalità della richiesta di arresto di Almasri da parte della Corte Penale internazionale, ritenute “irrituali”, e del fatto che non abbia avuto il tempo materiale di esaminare la corposa documentazione inviatagli dalla Corte d’Appello di Roma per acconsentire all’arresto del libico in tempi utili. Nordio, secondo quanto trapela, evidenzierà anche quegli elementi giuridici che hanno portato al cortocircuito delle procedure previste dalle leggi.
A quanto si apprende, inoltre, i ministri ribadiranno che il governo chiederà chiarimenti alla Cpi sul perché il mandato di arresto sia stato deciso solo al momento del passaggio in Italia e non prima, durante l’attraversamento almeno di Regno Unito, Francia e Germania.
Ancora nessuna decisione invece, sull’eventuale apposizione del segreto di Stato da parte dell’esecutivo.