
Le istituzioni europee hanno raggiunto un accordo per salvaguardare lo stato di salute del suolo. Legambiente: “Un passo importante, ma il contenuto della legge è ancora troppo debole e non all’altezza delle aspettative”
Il Parlamento e il Consiglio Ue hanno raggiunto un accorto sulla nuova direttiva sul monitoraggio del suolo con l’obiettivo non vincolante di arrivare alla condizione di ‘suoli sani’ entro il 2050. La Soil monitoring law, legge europea sul monitoraggio del suolo, conferma una serie di parametri fisici, chimici e biologici in comune per descrivere i suoli e introduce classi per valutarne lo stato di salute.
Gli Stati dovranno stabilire obiettivi non vincolanti e sostenibili per ciascun descrittore del suolo, non saranno imposti obblighi per gli agricoltori e silvicoltori ma le capitali potranno garantire loro sostegno per mitigare l’impatto attraverso consulenza, formazione, ricerca e sensibilizzazione. Inoltre, i governi dovranno monitorare i costi sostenuti dagli stessi per queste attività.
La nuova legge imporrà agli Stati di stilare un elenco pubblico dei siti potenzialmente contaminati entro 10 anni e di intervenire in caso di rischi per salute e ambiente. Entro 18 mesi sarà anche creata una lista indicativa di sostanze emergenti pericolose, tra cui sostanze Pfas e pesticidi, per cui saranno raccolti dati specifici.
“L’accordo raggiunto a Bruxelles – dichiara Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente – è un passo importante verso il riconoscimento giuridico della tutela del suolo come fondamentale bene ambientale, ma il contenuto della legge europea sul suolo è ancora troppo debole, e non all’altezza delle aspettative per le quali noi stessi, insieme ad altre centinaia di organizzazioni, eravamo scesi in campo con l’iniziativa ‘People 4 soil’ per la quale avevamo raccolto le firme di centinaia di migliaia di cittadini e cittadine europee. La direttiva, di fatto, consegna agli Stati membri la responsabilità di tutelare il suolo e di arrestarne il consumo. Questo significa che siamo solo all’inizio di un percorso, lungo e irto di ostacoli, prima di vedere norme e azioni efficaci per fermare il degrado del suolo, ma è pur sempre un inizio, da salutare con ottimismo”.
Sul consumo di suolo, il testo si limita a indicare misure volontarie, rinunciando dunque a puntellare giuridicamente il principio ‘zero consumo di suolo entro il 2050’ definito dalle strategie europee sul suolo da oltre un decennio. L’accordo politico andrà ora confermato da entrambe le istituzioni separatamente per far entrare in vigore la direttiva.
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