Elon Musk torna a criticare duramente la politica fiscale degli Stati Uniti, in particolare l’ambizioso disegno di legge promosso da Donald Trump e ribattezzato dal tycoon “One Big, Beautiful Bill”. In un post pubblicato su X, Musk ha attaccato frontalmente il piano, definendolo una “spesa folle” che innalza il tetto del debito nazionale di 5.000 miliardi di dollari. Per l’imprenditore, questa manovra dimostra che “viviamo in un Paese con un unico partito, il partito del maiale” – ribattezzato Porky Pig Party -, alludendo al fatto che sia Democratici che Repubblicani, a suo dire, sono ormai indistinguibili quando si tratta di aumentare la spesa pubblica.
Musk ha lanciato un appello per la creazione di un nuovo partito politico, che si occupi realmente degli interessi dei cittadini. Ha inoltre accusato i membri del Congresso che si erano impegnati a combattere gli sprechi, salvo poi votare a favore del più grande aumento del debito nella storia americana. “Dovrebbero vergognarsi — ha scritto — e perderanno le primarie nei prossimi anni, anche se fosse l’ultima cosa che faranno su questa Terra”. Le sue parole hanno riacceso il dibattito interno alla politica statunitense, già tesa per l’incertezza legata al possibile default del Paese entro agosto, se non si troverà un accordo bipartisan sul tetto del debito.
Trump attacca Musk: “Senza sussidi torni in Sudafrica”
La replica di Donald Trump non si è fatta attendere. Sul suo social Truth, il presidente ha risposto duramente alle critiche di Musk, mettendo in dubbio la sostenibilità economica delle imprese dell’imprenditore senza l’aiuto statale. “Elon potrebbe ricevere più sussidi di chiunque altro nella storia. Senza quei fondi, probabilmente dovrebbe chiudere e tornare in Sudafrica”, ha scritto, ironizzando anche sul fatto che con la fine degli incentivi cesserebbero anche razzi, satelliti e auto elettriche, con un risparmio “enorme” per il governo americano.
Trump ha ribadito la sua storica opposizione all’obbligo dei veicoli elettrici, pur riconoscendone i vantaggi tecnologici. La rottura tra i due arriva dopo anni di collaborazione: Musk, infatti, era stato uno dei principali sostenitori economici della campagna di Trump ed era stato nominato a capo del Dipartimento per l’Efficienza Energetica (DOGE), agenzia creata proprio da Trump per combattere gli sprechi federali. Tuttavia, le divergenze su clima, sussidi e debito pubblico hanno gradualmente incrinato i rapporti.
L’articolo Nuovo scontro Musk-Trump, il patron di Tesla: “Porky Pig Party”. La replica del Presidente Usa: “Lo rimando in Sudafrica” proviene da Blitz quotidiano.