Nutrizione, il 28% delle persone nel mondo soffre di insicurezza alimentare

distribuzione cibo

Nei Paesi Ue l’8,5% delle persone non può permettersi un pasto adeguato. In Italia, il 5%. dati Istat pubblicati nella Giornata mondiale dell’alimentazione. Papa Leone alla Fao: “Morire di fame è un’aberrazione etica”

In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione e con la Cop30 di Belém alle porte (10-21 novembre), Slow Food lancia un appello ai leader mondiali: “Non c’è giustizia climatica senza giustizia alimentare” perché la transizione dei sistemi alimentari sia al centro anche dei negoziati sul clima. Slow Food ha avanzato una serie di proposte ai rappresentanti dei governi che partecipano alla Cop30. Per l’Italia, la lettera, a firma della presidente di Slow Food Italia Barbara Nappini, del presidente di Slow Food Edward Mukiibi e del fondatore di Slow Food Carlo Petrini, è stata inviata al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.

Secondo l’ultimo rapporto della FAO, pubblicato lo scorso settembre, l’insicurezza alimentare mondiale rimane ben al di sopra dei livelli del 2015: circa il 28 % della popolazione mondiale, ovvero circa 2,3 miliardi di persone, soffriva di insicurezza alimentare moderata o grave nel 2024, rispetto al 21,4 % (1,6 miliardi) registrato nel 2015. Nel frattempo, si stima che l’8,2% della popolazione mondiale potrebbe aver sofferto la fame nel 2024. Dal punto di vista della valutazione dei progressi compiuti, il mondo è lontano dall’obiettivo prefissato e si è registrato anche un regresso rispetto al 2015.

“La crisi climatica è anche un’enorme crisi sociale e agricola – sottolinea Nappini – I meccanismi di produzione e i sistemi di mercato dominanti non solo sono in gran parte responsabili dell’attuale crisi ambientale, avvelenando l’aria e inquinando l’acqua, erodendo la fertilità dei suoli e impoverendo la biodiversità: in nome del profitto producono anche ingiustizie lungo l’intera filiera, dalla terra alla tavola, concentrando risorse e potere nelle mani di pochi e impoverendo tutti gli altri. Abbiamo bisogno dell’esatto opposto, di un governo etico del sistema alimentare che assicuri da un lato il diritto al cibo per tutte e tutti e dall’altro dignità alle specie viventi di questo pianeta”.
 “Ai leader mondiali chiediamo di mettere il cibo al centro dell’azione per il clima”, sostiene Edward Mukiibi, presidente di Slow Food. “Slow Food chiede ai governi di promuovere l’agroecologia, indirizzando sussidi a chi produce cibo rispettando l’ambiente, di riconoscere la sovranità alimentare come azione per il clima, di ripensare la finanza climatica; di garantire il diritto al cibo, di abbandonare i combustibili fossili e infine di difendere i sistemi alimentari globali”.

Intanto, in occasione della Giornata, l’Istat ha pubblicato il nuovo rapporto sui dati del nostro Paese. In Italia, oltre 430mila under 16 soffrono l’insicurezza alimentare. Più colpiti, si legge nel rapporto dell’Istituto di statistica, i minori di 16 anni che risiedono nel Mezzogiorno (8,7%) e quelli che vivono in famiglie monogenitore (7,8%) o in famiglie dove il titolo di studio più alto dei genitori è la licenza media inferiore (17,9%).

Inoltre, nel 2024, l’insicurezza alimentare moderata o grave colpisce in misura maggiore (2,4%) le persone che presentano limitazioni nelle attività quotidiane per motivi di salute, rispetto a coloro che non presentano alcuna limitazione (1%). Tuttavia, continua l’analisi statistica dell’Istat, nell’ultimo decennio, tra il 2014 e il 2024 si osserva una progressiva diminuzione della quota di popolazione che non dispone di sufficienti risorse per acquistare il cibo necessario (2,7% nel 2024, era 8,9% nel 2014).

L’insicurezza alimentare è definita dalla Food and Agriculture Organization (Fao), che oggi celebra i primi 80 anni di attività, come la condizione in cui si trovano le persone che non possono accedere, a causa di limitazioni fisiche o economiche, a un’alimentazione sana, nutriente, conforme alle proprie preferenze e idonea a sostenere una vita attiva e in buona salute. Si tratta dunque di un fenomeno multidimensionale che va oltre la mancanza di cibo, includendo anche la qualità nutrizionale dell’alimentazione, le preferenze alimentari e la dimensione sociale.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando alla Fao, ha sottolineato l’importanza dell’informazione. “Le Istituzioni multilaterali più direttamente impegnate nella lotta all’insicurezza alimentare sono strumenti preziosi ed esprimono consapevolezza della indivisibilità dei destini umani. Perché questo impegno risulti efficace e costante nel tempo, deve trovare alimento in un’adeguata sensibilizzazione su tematiche tanto rilevanti quanto spesso relegate ai margini del dibattito pubblico. Per poter essere protagonisti i cittadini devono poter essere informati. La conoscenza resta il primo motore per stimolare un maggiore impegno, orientando le energie, soprattutto delle nuove generazioni, per raccogliere le sfide e rendere possibile la costruzione di un futuro più equo”.

Sempre alla Fao, anche Papa Leone ha espresso la sua preoccupazione: “È estremamente triste ricordare che, nonostante i progressi tecnologici, scientifici e produttivi, seicentosettantatré milioni di persone nel mondo vanno a dormire senza mangiare. E altri duemilatrecento milioni non possono permettersi un’alimentazione adeguata dal punto di vista nutrizionale. Sono cifre – ha detto Leone – che non possiamo considerare mere statistiche: dietro ognuno di questi numeri c’è una vita spezzata, una comunità vulnerabile; ci sono madri che non possono nutrire i propri figli”.

Per il Pontefice “forse il dato più toccante è quello dei bambini che soffrono di malnutrizione, con le conseguenti malattie e il ritardo nello sviluppo motorio e cognitivo. Non è un caso, bensì il segno evidente di una insensibilità imperante, di un’economia senz’anima, di un modello di sviluppo discutibile e di un sistema di distribuzione delle risorse ingiusto e insostenibile”. E quindi “in un tempo in cui la scienza ha prolungato la speranza di vita, la tecnologia ha avvicinato continenti e la conoscenza ha aperto orizzonti un tempo inimmaginabili, permettere che milioni di esseri umani vivano – e muoiano – vittime della fame è un fallimento collettivo, un’aberrazione etica, una colpa storica”.

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