
Dal 9 al 13 giugno a Nizza la terza Conferenza Onu per gli oceani. Von der Leyen: “L’oceano è vita, dobbiamo intensificare i nostri sforzi”
Ha preso il via a Nizza la terza conferenza Onu sugli oceani, dove si incontreranno oltre 60 leader mondiali – grandi assenti Usa e Cina – oltre a team di ricerca, istituzioni e rappresentanti della società civile.
La Conferenza, in Francia fino al 13 giugno, sarà incentrata su “Accelerare l’azione e mobilitare tutti gli attori per la conservazione e l’uso sostenibile degli oceani”. Cercherà di sostenere l’attuazione del quattordicesimo Obiettivo di sviluppo sostenibile (Conservare e utilizzare in maniera sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine), con tre priorità principali, per produrre un ambizioso Piano d’azione di Nizza per gli oceani:
Lavorare per il completamento dei processi multilaterali legati all’oceano;
Mobilitare risorse finanziarie per l’SDG14 e sostenere lo sviluppo di un’economia blu sostenibile;
Rafforzare e diffondere meglio le conoscenze legate alle scienze marine per migliorare il processo decisionale.
L’obiettivo politico è l’adozione del Trattato sull’alto mare, un accordo che mira alla protezione del 30% delle aree esterne alla giurisdizione nazionale entro il 2030. Approvato dall’Onu a settembre 2023 con la firma di 115 Paesi, 60 però sono quelli che lo devono ratificare perché entri in vigore. Al momento sono soltanto 33.
Nella plenaria, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha detto: “Basandoci sul modello digital twin, lanciamo una nuova iniziativa di osservazione degli oceani. Fornirà dati vitali a tutti coloro che dipendono dal mare e contribuirà a rendere l’Europa un leader globale nella scienza, nella tecnologia e nella sicurezza oceanica. Nello spirito del multilateralismo, invito tutti i Paesi qui presenti oggi a unirsi all’Europa in questa missione. L’oceano è molto più di una semplice ispirazione: è vita“, ha evidenziato von der Leyen. “Ci nutre, rinfresca” il pianeta” e ci connette al mondo: insieme, abbiamo intrapreso molte iniziative importanti per proteggerlo e oggi possiamo celebrare i primi risultati. Allo stesso tempo, dobbiamo intensificare i nostri sforzi. Perché l’oceano è ancora in crisi. Senza azioni, mettiamo a rischio il nostro futuro”, ha ammonito.
L’Europa investirà un miliardo di euro in 50 progetti in tutto il mondo per sostenere la conservazione degli oceani, la scienza e la pesca sostenibile. “Vogliamo costruire una forte alleanza globale per l’oceano perché la lotta per la promozione e la protezione dei nostri oceani è una sfida globale”, ha evidenziato von der Leyen, citando progetti in Tanzania e Guyana e indicando che “un terzo del miliardo di finanziamenti annunciati è destinato a ricerca e progetti scientifici”. Inclusi anche i 40 milioni per il programma Global Ocean. E ancora la von der Leyen: “L’Unione europea si impegna a dimezzare l’inquinamento da plastica e nutrienti entro cinque anni e a ripristinare gli habitat naturali e proteggeremo le nostre coste in modo più efficace dagli effetti dei cambiamenti climatici: il nostro obiettivo è riportare in vita il 20% degli ecosistemi marini europei entro il 2030 per immagazzinare più anidride carbonica e proteggere meglio le nostre comunità costiere dai fenomeni meteorologici estremi, i cui rischi stanno aumentando in modo significativo”.
Più critico il tono del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres: “Gli oceani non devono diventare un ”Far West” dell’estrazione mineraria”. Il suo è un chiaro riferimento al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che intende lanciare unilateralmente lo sfruttamento minerario nelle acque internazionali del Pacifico. “Gli oceani producono più della metà dell’ossigeno che respiriamo, dà da vivere a 3 miliardi di persone e ne influenza altri 600 milioni. Un’importanza che continua a crescere” con il trasporto marittimo che “assicura oltre l’80% del commercio mondiale – ha osservato Guterres – Nonostante questo, “stiamo tradendo” questa risorsa, gli stock ittici stanno scomparendo a causa del consumo eccessivo e della pesca illegale che stanno portando le specie sull’orlo dell’estinzione, ogni anno 20 milioni di tonnellate di plastica vengono scaricate nelle acque e nei loro ecosistemi, le emissioni di carbonio portano all’acidificazione e al riscaldamento degli oceani, distruggendo le barriere coralline e portando all’innalzamento del livello del mare”, ha avvertito in apertura del summit. Poco prima, dallo stesso palco, il presidente francese, Emmanuel Macron aveva ribadito il suo appello a una moratoria internazionale sullo sfruttamento dei fondali marini, sostenuta attualmente da una trentina di Paesi.
Presente, tra gli altri, anche il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva che ha dichiarato: “Il Brasile si impegna a ratificare il trattato Onu sull’alto mare entro quest’anno per garantire una gestione trasparente e condivisa della biodiversità oltre i confini nazionali”.
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