Oltreterra 2024: come la montagna può uscire da una narrazione di marginalità

Dal 13 al 15 novembre a Santa Sofia, in provincia di Forlì-Cesena, l’undicesima edizione della manifestazione organizzata da Slow Food Italia, Legambiente, Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Romagna Acque e AlberItalia. Ecco come sono andati i lavori

Si è conclusa l’undicesima edizione di Oltreterra, tenutasi a Santa Sofia in provincia di Forlì-Cesena dal 13 al 15 novembre. Nel corso della manifestazione, organizzata da Slow Food Italia, Legambiente, Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Romagna Acque e AlberItalia, è stato sottolineato un concetto chiave: la montagna vuole uscire da una narrazione di marginalità. E a dimostrarlo è l’attivismo di tanti giovani, molti dei quali hanno maturato, o stanno maturando, competenze che ne fanno i nuovi “professionisti della montagna”, che hanno compiuto una scelta controcorrente vivendo e lavorando in montagna. Il futuro abita in montagna, anche rispetto agli effetti che la mancata  gestione delle terre alte determina a valle, l’abbandono in montagna provoca dissesto è dunque vitale investire risorse sulla montagna per avviare un punto di svolta solo: riportare servizi riporterà persone e consentirà di curare il dissesto territoriale e sociale. Non a casa gli ospiti di Oltreterra si sono seduti in questi tre giorni su una panchina rossa, realizzata dalla società benefit Palm di Viadana, simbolo di “rispetto” che è il filo conduttore del pensiero di Oltreterra e che passa dal rispetto della natura, delle persone, dei luoghi e dei territori.

“La montagna, con coraggio e consapevolezza, deve invertire il racconto della mancanza di opportunità e offrire servizi per le comunità e le persone, puntando sulla crescita dei servizi per l’infanzia e dei giovani investendo, senza riserve, in asili nido di comunità, biblioteche e scuole di musica anche allo scopo di diventare territori attrattivi e formativi per i neopopolanti”, ha dichiarato Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette di Legambiente. “La montagna è fondamentale per vincere la sfida climatica. In questi territori che vivono l’abbandono e hanno visto disattendere tante strategie, oggi c’è la possibilità di riprendere un cammino intraprendendo la strada giusta, quella di tenere insieme i temi dell’integrazione fra i territori, fra i popoli. Questi territori che sono i territori dei margini e dell’abbandono e della difficoltà economica devono essere neopopolati e anziché essere oggetto di sperimentazioni politiche, rilancino rendendosi protagonisti consapevoli e che hanno bisogno di competenze radicate realmente nei territori”.

“Da tempo come Slow Food pensiamo che le Terre alte siano il futuro di questo paese e i migranti sono i cittadini del futuro. E’ molto importante e interessante inserire l’idea di integrazione nella discussione di Oltreterra che non parla solo di boschi e pascoli, ma anche di persone e i migranti rappresentano una opportunità per i territori, basti pensare al mondo agricolo – ha detto il vicepresidente di Slow Food Federico Varazi – Oltreterra aggiunge ora un terzo livello di integrazione su cui discutere, dopo quello fra uomo e natura parlando di pascoli e foreste, poi fra turisti e comunità parlando di nuovi turismi, ora fra nuovi cittadini e comunità di montagna che da sempre rappresentano un tessuto in grado di accogliere chi vuole integrarsi nelle nostre comunità, perché è sempre stato così. Oltreterra si opererà per diventare una Summercamp nella quale formare giovani e professionisti in grado di dare una prospettiva materiale alle idee maturate nelle giornate di lavoro”.

Dall’edizione 2024 della manifestazione sono emersi tanti spunti su cui gli organizzatori dell’evento intendono lavorare da subito per l’appuntamento del 2025 coinvolgendo enti e istituzioni locali, regionali, nazionali.

Promuovere una nuova figura professionale, quella di forest manager che sia ponte di coordinamento tra bosco, imprese, istituzioni, per la rinascita di una filiera sostenibile del legno Made in Italy perfettamente integrata con la strategia nazionale per la biodiversità.

Sperimentare sul territorio una nuova didattica che valorizzi il ruolo educante della montagna. Organizzare a Oltreterra 2025 il primo corso sull’“educare alla montagna” dedicato a metodi strumenti materiali e contenuti per una nuova narrazione della montagna coinvolgendo insegnanti, educatori, l’Associazione italiana insegnanti di geografia e Indire – Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa. Nel contempo promuovere una mappatura delle scuole di montagna e relative buone pratiche da condividere.

Avviare fin da ora una riflessione sui “nuovi popolanti” che già oggi contribuiscono a tenere viva la montagna, i migranti. Andando oltre le diffidenze e promuovendo un’accoglienza che metta in campo soluzioni non estemporanee, partendo dal definire in ogni valle opportunità e numeri di accoglienza, anche sulla base di abitazioni disponibili e accessibili.

Ragionare su un turismo sostenibile che stimoli la partecipazione e faccia riflettere sulle opportunità e i rischi, tenendo sempre presente la coesistenza indispensabile fra turisti e abitanti.

Affrontare il conflitto tra fauna selvatica e allevamento. Il presidio del territorio non si può fare solo con recinzioni o cani da guardiania. C’è bisogno di una presenza umana attiva e consapevole.  Per costruire un equilibrio tra allevamento e tutela della fauna, servono politiche chiare, in grado di valorizzare le piccole realtà di allevamento, specie di razze autoctone.

Mappare le comunità castanicole italiane attraverso la Rete nazionale Slow Food dei castanicoltori e comunicare il valore culturale ed economico di questa economia montana che attraversa l’Italia da nord a sud.