Pelè palestinese, Momo Salah non ci sta: “Si può dire come è morto, dove e perché?”. La reticenza della Uefa

Mohamed Salah non ci sta. Il campione egiziano è intervenuto sui social per criticare l’Uefa per l’omaggio dedicato sempre on line al ‘Pelè palestinese’, Suleiman al-Obeid, la cui morte è stata annunciata mercoledì scorso dalla federcalcio palestinese e causata secondo la stessa Pfa da colpi d’arma da fuoco israeliani durante una distribuzione di aiuti nella Striscia di Gaza.

“Addio a Suleiman al-Obeid, il ‘Pelè palestinese’”

“Addio a Suleiman al-Obeid, il ‘Pelè palestinese’. Un talento che ha dato speranza a innumerevoli bambini, anche nei momenti più bui”, ha scritto l’Uefa su X. Ma per l’attaccante del Liverpool tutto questo non basta, e sullo stessa piattaforma ha postato: “Si può dire come è morto, dove e perché?”.

Suleiman al-Obeid
Pelè palestinese, Momo Salah non ci sta: “Si può dire come è morto, dove e perché?”. La reticenza della Uefa (foto Ansa-Blitzquotidiano)

La presa di posizione di Salah è coerente con quanto da lui espresso negli ultimi due anni, con grande solidarietà per la popolazione di Gaza dopo l’inizio del conflitto con Israele innescato dal sanguinoso attacco del 7 ottobre 2023 organizzato da Hamas. Due anni fa, Salah aveva fatto una donazione alla Mezzaluna Rossa egiziana per contribuire a finanziare gli interventi di soccorso nella regione e spesso implorato di porre fine ai “massacri”.

Gli appelli di Salah per porre fine ai massacri

Suleiman al-Obeid, che ha giocato 24 partite con la nazionale palestinese e segnato più di 100 gol in carriera, aveva 41 anni ed era padre di cinque figli. Secondo la Federcalcio palestinese, con al-Obeidsono sono almeno 321 i suoi tesserati uccisi nella guerra a Gaza, tra giocatori, tecnici e dirigenti, e il doppio se si considerano anche gli sportivi di altre discipline.

Parlando ad Al Jazeera, uno dei fondatori di Football Palestine, Bassil Mikdadi, ha dichiarato di non aspettarsi una risposta a Salah da parte dell’Uefa e ha sottolineato il “silenzio totale” degli organismi calcistici e dei giocatori dall’inizio della guerra.

Il calciatore israeliano Weissman: “Cancellare Gaza dalla mappa”

La questione di Gaza è stata anche il motivo del mancato ingaggio del nazionale israeliano Shon Weissman da parte della squadra tedesca del Fortuna Dusseldorf, dopo che l’attaccante ha espresso sostegno alla guerra.

Secondo il tabloid tedesco Bild, Weissman aveva pubblicato frasi choc come “cancellare Gaza dalla mappa” o “sganciare 200 tonnellate di bombe” sul territorio palestinese, poi cancellate, ma le voci di un suo arrivo al Fortuna hanno scatenato la protesta dei tifosi del Fortuna.

E Dusseldorf è diventato un caso, che ha investito la comunità ebraica della città che, in un incontro con il club, si era detta preoccupata del fatto che questioni del genere alimentassero antisemitismo in una fase storica già complicata. Weissman alla fine non è stato ingaggiao.

 

 

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