Plastica nei supermercati, solo l’11% ha eliminato i sacchetti per frutta e verdura

cibo imballato in vasche di plastica

Pubblicata un’indagine mondiale dedicata all’uso della plastica nei supermercati. L’analisi del movimento Break free from plastic in 27 Paesi in tutti i continenti. Le buone pratiche emergono in presenza di normative nazionali

I supermercati, luoghi che frequentiamo quotidianamente, hanno un enorme potere sulle nostre abitudini di consumo e potrebbero davvero fare la differenza nella lotta all’utilizzo sconsiderato di prodotti plastici.

Break Free From Plastic (BFFP), movimento globale impegnato nella riduzione dell’uso della plastica con 3.659 organizzazioni aderenti (tra cui Legambiente), ha diffuso un nuovo rapporto intitolato “Supermarket Audits: Stores’ Untapped Potential in Fighting Plastic Pollution”. Si tratta della prima indagine mondiale dedicata alle pratiche commerciali dei supermercati che analizza da vicino il comportamento della grande distribuzione su questo fronte.

Tra il 28 agosto e il 15 novembre 2024, volontari di diverse organizzazioni aderenti a BFFP hanno condotto 496 audit in 247 punti vendita distribuiti in 27 Paesi in tutti i continenti. L’iniziativa ha rivelato una realtà preoccupante: i supermercati stanno facendo il minimo indispensabile per ridurre la propria impronta di plastica monouso e la maggior parte delle catene si muove solo quando vengono obbligate da una legge specifica.

I dati parlano chiaro. Appena il 14% dei supermercati offre una sezione di prodotti secchi sfusi, mentre solo l’11% ha eliminato i sacchetti di plastica per frutta e verdura. Le pratiche più virtuose emergono quasi esclusivamente in presenza di normative nazionali: il 44% dei negozi esaminati dispone di sistemi di deposito e vuoto a rendere per le bottiglie, ma questa percentuale è gonfiata dai dati tedeschi, dove il 96% dei punti vendita è tenuto per legge a rispettare tali misure. Al di fuori di quel Paese, queste soluzioni restano poco diffuse (17%).

Sul fronte dei sacchetti monouso, invece, le cose vanno leggermente meglio: il 58% dei supermercati non offre più sacchetti monouso gratuiti alle casse, oppure li fa pagare. Una scelta che, tuttavia, è frutto di una tendenza normativa ormai diffusa dal momento che oltre 100 Paesi hanno introdotto regolamenti specifici per ridurne l’utilizzo. Positivo anche il dato relativo alle alternative riutilizzabili dal momento che il 53% dei negozi analizzati propone borse di tela, segno che i consumatori sono disposti a cambiare le proprie abitudini quando viene offerta un’alternativa concreta.

«Questa prima panoramica delle pratiche commerciali dei supermercati a livello globale – dichiara Emma Priestland, Corporate Campaigns Coordinator di BFFP – mostra chiaramente che il settore ha ancora molta strada da fare per prevenire l’inquinamento da plastica. I supermercati di tutto il mondo dipendono fortemente dalla plastica monouso e questo consumo eccessivo è una delle ragioni principali per cui oggi ci troviamo in una crisi di inquinamento».

I supermercati rappresentano un nodo cruciale nelle vite di tutti e hanno, dunque, la possibilità di orientare il mercato e di influenzare le scelte di milioni di persone. Nonostante ciò, il settore continua a sottovalutare il proprio potenziale di cambiamento e ad attendere gli obblighi normativi. «Adottando alcune misure semplici e comprovate – conclude Priestland – i negozi possono ridurre drasticamente la loro impronta di plastica e aiutare i clienti a evitare la plastica non necessaria, il che fa bene alla salute e all’ambiente!»

Il rapporto verrà aggiornato ogni anno con un numero crescente di Paesi e catene coinvolte per costruire un dataset solido capace di mostrare le migliori pratiche e allo stesso tempo esercitare pressione sul settore affinché diventi un alleato, e non un freno, nella lotta contro l’inquinamento da plastica.

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