Quali sono i rapporti commerciali tra l’Italia e l’Iran? Da primo partner al crollo del commercio dopo le sanzioni

Che rapporti economici ci sono tra l’Italia e l’Iran, ora sotto attacco da parte di Israele e degli Stati Uniti? Quanto fanno male all’economia italiana questi venti di guerra? Vediamolo nello specifico, ricostruendo in breve le relazioni economiche tra i due Paesi.

Innanzitutto, c’è da dire che l’Iran è uno dei primi produttori mondiali di petrolio. La Cina è fortemente dipendente dal suo greggio: è questa una delle ragioni per cui non è stato chiuso, come minacciato, lo stretto di Hormuz da cui circola una consistente fetta del petrolio diretto proprio alla Cina.

Enrico Mattei
Quali sono i rapporti commerciali tra l’Italia e l’Iran? Da primo partner al crollo del commercio dopo le sanzioni (nella foto Ansa Enrico Mattei) – Blitz Quotidiano

L’Italia, che da sempre è un partner strategico dell’Iran dal punto di vista commerciale, negli anni Cinquanta provò, tramite l’allora dirigente dell’Eni Enrico Mattei, a far entrare l’Agip nel “Consorzio per l’Iran”, il cartello delle sette principali compagnie petrolifere del tempo, che consorziandosi erano riuscite ad aggirare la nazionalizzazione del petrolio decisa dall’allora primo ministro iraniano Mohammad Mossadeq (quello che verrà poi destituito con un colpo di Stato architettato da Gran Bretagna e Usa proprio per interrompere la nazionalizzazione del greggio).

Questo scontro tra l’allora Agip e le sette sorelle petrolifere è ancora oggi oggetto di studio, anche perché la morte di Enrico Mattei, come sappiamo, è ancora un mistero.

Tornando a tempi più recenti, a partire dai primi anni Duemila gli Stati Uniti hanno cominciato a imporre pesanti sanzioni verso l’Iran. A queste se ne sono aggiunte alcune decise dall’Unione Europea, in particolare a partire dal 2011. Dopo il 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco di Hamas in Israele, le relazioni economiche e gli scambi commerciali tra Ue e Iran si sono ulteriormente affievoliti.

L’Italia ha cominciato a subire una forte contrazione dei volumi di import-export con la Repubblica Islamica a partire dal 2017. Siamo passati dai 5 miliardi antecedenti al 2017 e dall’essere il primo partner commerciale dell’Iran tra i Paesi europei a valori minimi: 970 milioni nel 2019, meno di 490 milioni nel 2022. I dati legati al 2024-2025 non sono ancora stati calcolati: si stima che si aggirino intorno ai 630 milioni complessivi, quasi tutti determinati dalle esportazioni italiane. Oggi la Repubblica Islamica è diventata l’80esimo mercato di destinazione dei beni italiani. L’Italia è invece divenuta il 33esimo mercato di destinazione dell’export persiano.

Il tracollo tra il 2017 e gli anni successivi è stato causato dalla decisione della prima amministrazione Trump di uscire dall’accordo sul nucleare, determinando così l’imposizione di nuove sanzioni contro l’Iran. Gli alleati europei non hanno potuto far altro che accodarsi alla decisione americana.

L’Ue ha però escogitato diversi sistemi per continuare a commerciare con Teheran al di fuori dell’ambito delle sanzioni, non riuscendo tuttavia a impedire il tracollo degli scambi commerciali.

L’export italiano in Iran

Metallurgia, componentistica, automotive, prodotti chimici e farmaceutici, macchinari industriali (che Teheran continua a comprare anche in questi mesi di tensione con Israele) sono i maggiori prodotti che vengono esportati dall’Italia verso l’Iran a partire dal secondo dopoguerra. Il Belpaese è stato anche tra i primi costruttori di infrastrutture (strade, ponti, ecc.). Attualmente, macchinari e apparecchi rappresentano ancora il 42,6% dell’export totale italiano verso la Repubblica Islamica per un valore di circa 156 milioni di euro.

L’Iran esporta invece verso l’Italia prodotti agricoli, ittici e legname, per un volume totale di oltre 55 milioni di euro. Seguono i prodotti chimici per circa 33 milioni di euro.

L’articolo Quali sono i rapporti commerciali tra l’Italia e l’Iran? Da primo partner al crollo del commercio dopo le sanzioni proviene da Blitz quotidiano.