Roma, 30 lug. (askanews) – “Il cantiere delle opposizioni per la riforma del servizio pubblico radiotelevisivo si è riunito oggi per definire le linee di azione comuni, ispirate ai principi dell’European Media Freedom Act. Al tavolo hanno preso parte Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva, Azione, +Europa oltre a esponenti della società civile impegnati per un’informazione libera e pluralista. Durante l’incontro, è stato giudicato ‘irricevibile’ il testo presentato dalla maggioranza: una proposta che mira a una vera e propria occupazione politica della Rai, altro che indipendenza”.
Hanno partecipato all’incontro Stefano Graziano (Partito Democratico), Dario Carotenuto e Dolores Bevacqua (Movimento 5 Stelle), Vincenzo Vita (Alleanza Verdi e Sinistra), Silvia Fregolent (Italia Viva), Valentina Grippo (Azione) insieme alle associazioni Articolo 21, MoveOn, NoBavaglio, Libera Informazione, Articolo 5, Giovani Democratici – Unione degli Studenti.
“L’ipotesi di elezione dei componenti del Cda e della presidenza, senza quorum qualificato – si legge in un documento comune- è infatti un vero e proprio atto di forza che punta a garantire alla maggioranza un controllo assoluto sul servizio pubblico, in totale disprezzo del pluralismo e dell’indipendenza in senso editoriale e funzionale della Rai.Nel testo della maggioranza mancano procedure e criteri trasparenti, anch’essi atti a garantire l’effettiva indipendenza della Rai; non viene chiarito il perimetro del servizio pubblico, non si garantisce trasparenza né un monitoraggio esterno efficace, e si ignora del tutto il tema cruciale delle risorse economiche per assicurare un servizio pubblico di qualità. Inoltre, non si dice nulla sull’annoso tema delle porte girevoli tra i nominati nel Cda. Il tavolo delle riforma sta definendo la stesura di una proposta unitaria e le azioni parlamentari da mettere in campo per contrastare il testo della maggioranza che calpesta i principi europei e snatura la missione stessa del servizio pubblico e porterà l’Italia in procedura di infrazione”.