Regime forfettario, esperto rivela una novità per il 2025: “Cosa non sarà più possibile fare”

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Regime forfettario, esperto rivela una novità per il 2025: “Cosa non sarà più possibile fare”

Regime forfettario

Per chi possiede a partita Iva a regime forfettario, potrebbe esserci una novità importante in arrivo: ecco di cosa si tratta, secondo le parole di un noto commercialista.

Il regime forfettario è una modalità fiscale agevolata rivolta a chi possiede una Partita IVA e svolge attività d’impresa, arte o professione. Introdotto nel 2015 e oggetto di aggiornamenti successivi, rappresenta una soluzione conveniente per chi mantiene ricavi o compensi contenuti. Il sistema semplifica gli adempimenti fiscali e riduce la pressione tributaria, risultando adatto soprattutto a professionisti e piccoli imprenditori. Prevede un’imposta sostitutiva pari al 15%, che scende al 5% per i primi cinque anni in caso di nuove attività che rispettino determinati requisiti. Questi includono, tra l’altro, l’assenza di esperienze analoghe nei tre anni precedenti e la non continuità con un lavoro precedente.

Inoltre, non si applica l’IVA sulle fatture, semplificando la parte amministrativa. Il reddito imponibile si calcola, in particolare, applicando un coefficiente di redditività al fatturato, in base al codice ATECO. Nel 2025, il tetto di accesso è fissato a 85.000 euro di ricavi annui, con un limite massimo di 20.000 euro lordi per lavoro dipendente o accessorio. Avere il regime forfettario può, dunque, essere molto vantaggioso, ma c’è una novità che non farà piacere chi possiede una partita Iva di questo tipo. A rivelarla, è stata un noto commercialista ed esperto, il dottor Massimiliano Allievi. In particolare, Allievi ha spiegato che potrebbe non esserci più il concordato preventivo, per queste partite Iva.

Regime forfettario: la novità annunciata dall’esperto

Non è nulla di certo ma, come spiegato dal dottor Allievi, ci sono dei fanalini d’allarme, che segnalerebbero questa novità, rispetto al 2024, quando era, invece, possibile aderire al concordato preventivo, e cioè quell’accordo tra l’Agenzia delle Entrate e il contribuente, su reddito e tasse da pagare. Ma quali sono, esattamente, questi fanalini d’allarme? Prima di tutto, perché c’è già stato un Consiglio dei Ministri, in cui sono state poste le basi del nuovo concordato preventivo, in cui non si è parlato dei regimi forfettari.


Inoltre, negli ultimi giorni sono state pubblicate le istruzioni sulla Dichiarazione dei redditi, con il quadro specifico per la richiesta di concordato, e manca il riferimento al regime forfettario. Per questo motivo, per quanto non sia ufficiale e certa, la notizia sembra attendibile. Si attendono ulteriori conferme. Naturalmente, per alcuni dei possessori di partita Iva con regime forfettario, questo potrebbe essere uno svantaggio, in quanto il concordato preventivo biennale permette ai titolari di Partita IVA di definire in anticipo le imposte da versare per due anni consecutivi, garantendo prevedibilità fiscale e riducendo i rischi di accertamento.

Il vantaggio principale del concordato preventivo biennale

La proposta viene formulata dall’Agenzia delle Entrate sulla base dei dati fiscali storici. Una volta accettata, questa impegna il contribuente a dichiarare un reddito minimo per il biennio, anche in caso di cali effettivi di fatturato. Il vantaggio principale è la certezza del carico fiscale, che consente una pianificazione finanziaria più efficace e protegge da cambi normativi o economici. Inoltre, chi aderisce è escluso da alcuni controlli fiscali e beneficia di una maggiore stabilità amministrativa. Questo strumento è particolarmente utile per le attività in crescita o per chi ha un buon punteggio ISA. Tuttavia, richiede una valutazione attenta: se i guadagni reali risultano inferiori a quelli concordati, si rischia di pagare imposte su un reddito sovrastimato. Per le piccole imprese e i lavoratori autonomi in regime forfettario o con ISA, rappresenta un’opportunità concreta per gestire con maggiore sicurezza gli obblighi tributari nei prossimi anni.

Regime forfettario
La compilazione della Dichiarazione dei Redditi.

Regime forfettario, esperto rivela una novità per il 2025: “Cosa non sarà più possibile fare”
Giuseppe Meccariello