Roma, 10 nov. (askanews) – “Viviamo nella società dei dati, il diritto alla privacy non è mai stato così importante nella vita delle persone. Non so immaginare il presente e il futuro senza un’Autorità di protezione dei dati forte, indipendente e autorevole. Specie in una stagione nella quale l’intelligenza artificiale e, con essa, una concentrazione inedita di potere tecnologico, economico e politico, proprio grazie ai dati personali, minaccia di governare l’intera società. Però si è innescato qualcosa che sta minando alla radice l’indipendenza e l’autorevolezza percepite dell’Autorità”.
Lo afferma l’avvocato Guido Scorza, uno dei quattro componenti del collegio del Garante della Privacy nominato dal Parlamento in quota cinque stelle, in una intervista a Repubblica, annuciando la possibilità di dimissioni a seguito delle inchieste della trasmissione di Rai3 Report su possibili spese pazze, conflitti di interesse, favori lobbistici e interferenze politiche sulle decisioni che caraterizzerebbero l’Autorità di garanzia del diritto alla Privacy dei cittadini italiani.
“Vediamo cosa succederà nelle prossime ore. Quella di un mio passo indietro è stata una riflessione che ha preceduto qualsiasi altra. La scelta, per ora, è stata quella di restare. Gettare la spugna mi dispiacerebbe e la vivrei come una sconfitta ma, naturalmente, è un’opzione che lascio sul tavolo e che farei mia se mi rendessi conto che è utile al bene dell’Autorità e di un diritto tanto fragile quanto importante come la Privacy”, rende pubblico Scorza.
“Ferma restando l’autocritica – precisa il Garante Privacy eletto in quota M5s che fu anche il solo a votare contro la multa a Report per la pubblicazione dei contenuti di conversazioni sullo scandalo Boccia fra l’ex ministro Fdi Gennaro Sangiulianoe sua moglie – non ho ancora trovato grandi responsabilità o scelte che non rifarei. Poi bisognerà scrivere, come si fa nel privato, un post mortem. Analizzare cosa non ha funzionato: come si è arrivati dove non si sarebbe dovuti arrivare. Capire come ripartire, facendo in modo che non accada più”.
Quanto al merito specifico dei sospetti sulla sua attività fatti emergere dall’inchiesta di Report nella puntata andata in onda ieri sera che l’Autorità Garante Privacy aveva invece chiesto a Rai di non trasmettere, Scorza esclude ombre di conflitto di interessi con la sua attività privata di avvocato, svolta fino alla nomina istituzionale di uno studio che assiste Google nelle cause in Italia per violazione della Privacy.
“Onestamente no. Ma credo sia giusto – risponde- che me lo domandiate. Le vicende nelle quali possono essersi presentate ipotesi di potenziale conflitto, ovvero quelle nelle quali il collegio si è pronunciato su clienti del mio ex studio, sono state pochissime: una decina su duemilaseicento provvedimenti”. E “ogni volta che ho avuto conoscenza o anche solo il sospetto – sottolinea il Garante Scorza- mi sono astenuto dalla decisione o non ho partecipato alla discussione e al voto. Ci sono state occasioni – inferiori al numero di dita di una mano – nelle quali non ho avuto né conoscenza né sentore, perché non risultava dagli atti. In questi casi ho partecipato alla decisione ma tutte sono state assunte all’unanimità, quindi il mio voto è stato ininfluente”.
In ogni caso, “non c’è un conflitto di interessi: nel mio ex studio legale oggi lavora solo mia moglie: è lì da 15 anni, da quando è nato. E non è socia: non partecipa in alcun modo agli utili, non si è mai occupata di privacy”.
“Sono stato eletto dal Parlamento come i miei colleghi – conclude Scorza- secondo quanto previsto dalla legge. Dubitare dell’indipendenza di componenti di un’autorità amministrativa per questo, francamente, mi sembra azzardato.Quello che posso dire con assoluta serenità è che in cinque anni e mezzo non ho mai ricevuto una sola telefonata, un solo messaggio, una sola sollecitazione o richiesta di qualsiasi genere da rappresentanti o esponenti politici in relazione a procedimenti pendenti davanti all’Autorità”.
