RISULTATI ELEZIONI ECUADOR 2023, SI VA AL BALLOTTAGGIO/ Luisa Gonzalez sfida Daniel Noboa il 15 ottobre

RISULTATI ECUADOR, LE ELEZIONI SI DECIDERANNO AL BALLOTTAGGIO: QUANDO E QUALI CANDIDATI

Come previsto alla vigilia, i risultati delle Elezioni Presidenziali Ecuador 2023 si dovranno decidere al ballottaggio il prossimo 15 ottobre: al secondo turno ci saranno la leader di “Revolucion Ciudadana” Luisa Gonzalez, la “prediletta” dell’ex Presidente esiliato Correa – che ha vinto il primo turno con il 33% delle preferenze – e Daniel Noboa Azin, centrista e figlio dell’imprenditore milionario nel settore della coltivazione delle banane.

La sinistra e il centro-sinistra dunque arrivano al ballottaggio in Ecuador dopo un voto “blindato” per le tensioni e violenze sfociate in campagna elettorale: Noboa col 24% resta comunque lontano dal 33% di Gonzalez ma proverà a riunire tutte le forze anti-peronismo ecuadoriane per provare l’impresa di vincere tra quasi due mesi. Il candidato che ha sostituto Villavicencio, ucciso da sicari prima del voto, Christian Zurita è arrivato al terzo posto con il 16% delle preferenze: si va al secondo turno per quanto definito dalla Costituzione, ovvero se alle elezioni nessun candidato ottiene almeno il 50%, oppure almeno il 40% e un vantaggio di almeno 10 punti sul secondo arrivato, i due più votati devono andare al ballottaggio. Se Gonzalez era data favorita già alla vigilia – specie dopo aver rivendicato di essere erede politica di Correa ma che non avrebbe concesso l’indulto al candidato condannato ad 8 anni per corruzione e fuggito in Belgio – la sorpresa è stata Noboa: politiche centriste, filo-imprese e libero mercato, si definisce di “centrosinistra” ma stando alle analisi sui risultati delle Elezioni Ecuador 2023 si ritiene che gran parte del suo successo elettorale sia stata l’ottima performance al dibattito tra i candidati presidenti della scorsa settimana.

ELEZIONI ECUADOR 2023, INFO E DIRETTA RISULTATI

Si terranno oggi, domenica 20 agosto 2023, le Elezioni Presidenziali in Ecuador dove si eleggono in un colpo solo Presidente, vicepresidente e i 137 deputati dell’Assemblea Nazionale ecuadoriana. Un nuovo Governo dopo la chiamata al voto anticipato decisa dal Presidente Guillermo Lasso – implicato in un potenziale caso di impeachment per presunti affari con aziende petrolifere – che si inserirà in una cornice di violenza senza precedenti scatenata da ben 2 omicidi politici durante la sanguinosa campagna elettorale.

Le Elezioni Ecuador 2023 sono state confermate dal Presidente uscente dopo averle inserite però in uno stato di emergenza che porterà lungo i vari seggi sparsi nel Paese sudamericano la presenza di almeno 100mila militari: la morte del candidato centrista alla presidenza, Fernando Villavicencio, ha scatenato una spirale ulteriore di tensione e violenze in tutto il Paese, con Lasso che ha garantito «Di fronte alla perdita di un patriota e combattente, le elezioni non dovrebbero essere sospese, anzi, dovrebbero tenersi e la democrazia deve essere rafforzata». I primi risultati arriveranno in diretta già nella serata di oggi 20 agosto anche se – visti gli ultimi sondaggi sulle Elezioni Ecuador 2023 – non è da escludere che si debba ricorrere come 3 anni fa al ballottaggio da tenersi domenica 3 settembre 2023.

LE TENSIONI IN ECUADOR DOPO I DUE OMICIDI IN CAMPAGNA ELETTORALE

Prima il candidato Fernando Villavicencio – centrista del partito Movimiento Construye – poi anche Pedro Briones, esponente del partito di sinistra dell’ex presidente Rafael Correa, Revolucion Ciudadana: due omicidi in pochi giorni hanno gettato l’Ecuador – che già ha chiuso il 2022 con il più alto tasso di morti violente della sua storia, 25,32 ogni 100mila abitanti – nella tensione e paura più angosciante. Villavicencio aveva denunciato le minacce di morte ricevute da alcuni cartelli del narcotraffico ecuadoregno (specie dai “Los Choneros”) per via del suo impegno in campagna elettorale contro il crimine organizzato e la violenza dilagante in Ecuador.

È stato ucciso brutalmente appena terminato un comizio a Quito, avvicinato da un uomo che gli ha sparato alla testa; Briones invece è stato freddato in un agguato di alcuni sicari di fronte alla parrocchia San Mateo: «Basta agli omicidi politici! L’Ecuador sta vivendo la sua epoca più sanguinosa, lo Stato è controllato dalle mafie», denunciano la candidata di Rc Luisa Gonzales e lo storico ex Presidente di sinistra, Correa. La replica di Lasso agli omicidi politici è stata comunque perentoria: «Voglio dire a coloro che vogliono attentare allo stato che non cederemo il potere e le istituzioni democratiche al crimine organizzato, nemmeno qualora si travestisse da organizzazione politica». La Cne – Commissione Elettorale Nazionale – ha chiesto che i controlli di sicurezza per le Elezioni Ecuador inizino con giorni di anticipo e infatti la messa in sicurezza dei seggi è iniziata già a partire da mercoledì notte. Sempre secondo il presidente ecuadoriano Rafael Correa, in carica dal 2007 al 2017, l’omicidio del candidato centrista alla presidenza dell’Ecuador, Fernando Villavicencio, è stato un «complotto della destra per colpire la candidata del partito Revolución Ciudadana, Luisa González»: l’ex leader difende la sua “protetta” sottolineando come la destra di Lasso «aveva bisogno di una simile ecatombe politica, così ci incolpa per impedirci di vincere in un solo turno. Solo una catastrofe politica poteva impedire la nostra vittoria al primo turno e quella catastrofe è stata il brutale assassinio di un nostro strenuo avversario, Fernando Villavicencio. Era al quarto o quinto posto (nei sondaggi). Quindi gli è servito più morto che vivo».

CANDIDATI E SONDAGGI ELEZIONI ECUADOR 2023: SI VA AL BALLOTTAGGIO?

Già, i sondaggi: secondo gli ultimi dati emersi però prima dell’assassinio di Villavicencio, le Elezioni Politiche dell’Ecuador hanno una favorita come Luisa González, candidata della Rivoluzione Cittadina (sinistra) data però tra il 26% e il 30%, con forte difficoltà di vincere nei risultati finali già al primo turno. Al secondo posto il candidato indigeno Yaku Perez con il 14,4% mentre al terzo incalza Otto Sonnenholzner di “Agiamo” con il 12,36%: ricordiamo che il partito di centrodestra Creating Opportunities Movement del presidente uscente Lasso non si presenta alle Elezioni.

Altri candidati delle Presidenziali Ecuador 2023 sono Jan Topic del partito conservatore PSC (Social Christian Party), Xavier Hervas del movimento di centrodestra RITO e Christian Zurita, giornalista 53enne e candidato in extremis al posto di Villavicencio dopo l’attentato mortale (con vicepresidente che resta la collaboratrice del politico ucciso, ovvero l’ambientalista 36enne Andrea González).

COSA È SUCCESSO E COSA POTREBBE SUCCEDERE IN ECUADOR DOPO I RISULTATI

Come ha spiegato nel dettaglio Arturo Illia nel suo focus in esclusiva per il “Sussidiario” sulle Elezioni Ecuador 2023, nel corso della Presidenza di Correa, Villavicencio denunciò più volte di aver subito persecuzioni al punto che nel 2022 aveva pubblicato una minaccia a lui rivolta proprio da Correa stesso che, va ricordato, è attualmente accusato e condannato per corruzione e si trova attualmente rifugiato in Belgio.

Una destra divisa in più partiti alle Elezioni Ecuador che avrebbe però visto in Villavicencio un potenziale collante riformista, sindacalista e fortemente anti-sinistra: dal maggio 2021 l’imprenditore e banchiere Guillermo Lasso era Presidente «e le sue politiche hanno tentato, inutilmente, di portare il Paese al di fuori dell’assistenzialismo esasperato tipico dei Governi populisti latinoamericani (e non solo), ma ciò non è servito a far progredire la nazione dove invece l’insicurezza, alimentata dalla proliferazione di bande armate al servizio dei narco, ha reso l’Ecuador una dei luoghi più pericolosi del Sudamerica». Sempre Illia sottolinea come Lasso prima delle Elezioni Ecuador abbia anche chiesto l’aiuto dell’FBI per indagare sull’omicidio di Villavicencio, ma il tutto ormai avviene in un clima «di fortissima tensione interna dovuta anche all’aumento della povertà che si è registrato dopo un cambio di gestione dello Stato assolutamente troppo repentino e radicale che ha pure distrutto sia il sistema della salute che l’istruzione».

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