Roberto Vannacci è stato destituito dalla guida dell’istituto geografico militare dopo che le frasi del generale dell’Esercito italiano, frasi razziste e omofobe contenute in un libro autoprodotto, sono state rese pubbliche.
Ed ora in molti corrono a difenderlo. Il primo è stato l’ex generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo oggi capo dei Gilet arancioni italiani. Sui social invece, molti utenti corrono in sua difesa con l’hashtag #IostoconVannacci entrato in poche ore tra quelli in tendenza su X, l’ex Twitter, con quasi 14mila post.
Stessa cosa anche su Facebook. In molti lo difendono dopo le polemiche nate in seguito alle frasi scritte nel suo libro “Il mondo al contrario”, che si trova tra l’altro al primo posto nei più venduti su Amazon. “Onore a chi per le proprie idee è disposto a sacrificare il proprio lavoro e la propria posizione”, si legge in un tweet che conta centinaia di ricondivisioni e migliaia di “mi piace”.
“Non ha commesso nessun reato”, scrive poi un utente. C’è anche chi spera che Vannacci possa entrare in politica, “sarebbe una speranza per gli elettori di destra e centrodestra“, commentano. Per alcuni “la libertà di espressione deve restare garantita”. Per qualche utente il generale “è il vero eroe italiano”, per altri va difeso perché “dice la verità”.
Roberto Vannacci, spunta l’hastag #IostoconVannacci”: ma in Rete c’è anche chi lo critica
Non tutti i post però vanno nella stessa direzione. Qualcuno decide di usare l’hashtag per esprimere il proprio dissenso. “Quelli che #iostoconVannacci conoscono i reati di discriminazione?“, si legge. C’è poi chi lo usa come “strumento di ricerca” per individuare chi “bloccare o silenziare”. “E’ l’ennesimo hashtag da utilizzare come censimento per quelle persone che non meriterebbero il diritto di voto”, scrive un utente. Non manca nemmeno chi sfrutta il trend per commentare fatti di cronaca o chi crea immagini usando l’intelligenza artificiale accompagnate sempre da #iostoconVannacci.
“Vannacci non riflette i valori su cui si fonda il servizio”
In merito alle polemiche è intervenuto il Capo di stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che “nel prendere le distanze” dal generale “ribadisce che si tratta del pensiero di un singolo, che non riflette i valori su cui si fonda il servizio, in patria e all’estero, del personale militare e civile delle forze armate”.
Donzelli: “Non spetta al Pd decidere cosa si possa scrivere nei libri”
Anche il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ha commentato la vicenda. “L’Esercito, che ha delle giuste regole stringenti, anche su sollecitazione del ministro, ha fatto partire un esame disciplinare – spiega – Alcune associazioni hanno pure annunciato esposti e quindi anche la Magistratura dovrà vagliare le parole nel suo libro. Ho letto che al Partito democratico non basta. Ecco, questo lo trovo particolarmente sgradevole”. Secondo Donzelli “non spetta al Pd decidere cosa si può scrivere o non scrivere nei libri”. E che “in una democrazia liberale non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti, né del governo né di un partito di minoranza”.