Roma, 9 giu. (askanews) – Riaperti in tutta Italia i 61.591 seggi elettorali per votare fino alle 15 su cinque quesiti referendari abrogativi di norme del jobs act e sull’acquisizione della cittadinanza italiana. I quesiti referendari sono finalizzati al reintegro nel posto di lavoro per i licenziati senza giusta causa, a ridurre i limiti alle indennità per i licenziamenti, a maggore tutela per contratti a termine, ad aumentare la responsabilità del datore di lavoro per gli infortuni sul lavoro e alla abbreviazione degli anni in Italia per ottenere la cittadinanza.
La consultazione referendaria è valida se vi partecipa almeno il 50% + 1 degli elettori aventi diritto. Altrimenti viene annullata. L’affluenza sarà dunque il primo fondamentale verdetto che arriverà dalle operazioni di scrutinio che avranno inizio alle 15 a chiusura seggi senza soluzione di continuità.
Fra le 7 e le 23 di ieri, nella prima giornata di votazione, l’affluenza alle urne è stata del 22,7% in tutte e cinque le consultazioni. Il segretario della Cgil Maurizio Landini, promotore dei referendum sul jobs act a Roma e la segretaria del Pd Elly Schlein a Bologna sono stati fra i prima a recarsi alle urne ieri. La premier Giorgia Meloni, invece, al suo seggio romano, si è recata solo in serata e non ha rititato alcuna scheda, come preannunciato nei giorni scorsi.
Nel primo giorno di votazioni referendarie la Regione dove si è votato di più è stata la Toscana, con un’affluenza al 29,9%. Quella dove si è votata di meno la Calabria, con una presenza alle urne che si è fermata al 16,2%.