Resistere alla voglia di scattare un selfie. Sembra essere questo il gesto più anti conformista in questa fase storica. Ciò vale ancora di più se ci si trova davanti a una salma di una certa importanza e valore spirituale, nello specifico: quella di Papa Francesco. Avevamo già avuto modo di vedere fino a che punto può arrivare la degenerazione della sindrome da autoscatto inopportuno, quando era stato chiesto un selfie a Maria De Filippi davanti alla bara del marito Maurizio Costanzo. Ora ci risiamo, anche con Bergoglio.
Alla base di questo comportamento, che potrebbe anche scaturire da un sentimento ingenuo, c’è una errata concezione del voler entrare nella storia, immortalando una scena che può essere vissuta come l’apoteosi dell’hic et nunc, il qui e ora. Circola ormai la convinzione che scattando un selfie si testimoni la propria presenza in un dato avvenimento. A rendere tutto peggiore è la fase successiva, ossia la condivisione via social. Un’aggrevante che mette davanti a tutto il protagonismo, in questo caso inappropriato. Pochi momenti di gloria, che durano quanto un schiocco di dita.
L’articolo Selfie con il Papa morto, ovvero il modo sbagliato di voler entrare nella storia proviene da Blitz quotidiano.