Sul caso di Serena Mollicone, uccisa a 21 da misteriosi assassini, la polemica continua ancora, ventiquattro anni dopo il delitto. Professor Lavorino, abbiamo letto la nota di protesta e di diffida inviata dall’avv. Fabio Quadrini, legale dei Mottola, alla Rai, può approfondire?
Certamente. Mi riferisco alla puntata di LINEA DI CONFINE, Rai2, andata in onda mercoledì 25 giugno registrata il giorno prima, in via Teulada.
Era dedicata al giallo di Arce, all’omicidio Mollicone, al processo contro i Mottola. Carmelo Lavorino è criminologo investigativo, criminalista, profiler, analista della scena del crimine, esperto Bpa, si è interessato di oltre 200 omicidi. E direttore del Cescrin (Centro Studi Investigazione Criminale), fondatore e direttore del mensile Detective & Crime.
Risponde. Io ero stato invitato come consulente criminologo della famiglia Mottola, coordinatore e portavoce del pool difensivo, quindi avevo tutti i titoli e le conoscenze per partecipare. C’era anche il noto giornalista investigativo Pino Rinaldi. Poi si verifica l’evento: per “motivi ignoti” e di “grande apertura comunicativa” parla per circa 30 minuti Roberta Bruzzone, consulente della sorella di Serena Mollicone, e si dedica alla solita cantilena accusatoria contro i Mottola, cosa che non poteva fare per diversi motivi, e nel suo monologo-show comunica all’opinione pubblica molte cose non vere e tutte dell’impianto accusatorio, obsoleto e sconfitto.
Poi tocca alla figlia del brig. Tuzi, colpevolista contro i Mottola; infine all’avvocato Iafrate, colpevolista contro i Mottola Di fatto si riapre (se mai chiusa) la caccia alle streghe, cioè caccia alla famiglia Mottola, colpevoli a furor di popolo nonostante sempre e comunque assolti.
Ci spieghi meglio.
Innanzitutto la Bruzzone non è un Pubblico ministero e non è la Procura e, come ben sanno tutti tranne chi fa parlare la Bruzone ai quattro venti, l’unica figura che può accusare pubblicamente qualcuno è solo il Pubblico ministero, quindi la Bruzzone non doveva minimamente permettersi di “spiegare” perché i Mottola sarebbero – a suo dire – colpevoli. Inoltre, ricordo che i Mottola sono stati assolti per ben due volte, ora si parte dall’assoluzione di primo grado e si devono approfondire e spiegare alcuni aspetti indicati dalla Cassazione.
Inoltre la Bruzzone deve mettersi in testa che in Italia esiste il principio di presunzione d’innocenza, che i Mottola sono stati assolti, che l’impianto accusatorio è stato da noi demolito, che SE lei vuole accusare “tecnicamente” i Mottola può farlo solo in un’aula di Tribunale portando elementi scientifici forti (non congetture, insinuazioni e contraddizioni), certamente non può farlo in Tv, nei social ecc.
Ormai è diventata l’accusatrice televisiva-social: difatti, accusa Sebastiano Visentin, Alberto Stasi e tanti altri: sembra il Pubblico ministero della Rai: in tal modo disinforma gli italiani e coinvolge la Rai che noi italiani sosteniamo col canone. E la Bruzzone nemmeno tiene conto che i Mottola l’hanno già denunciata per calunnia e per diffamazione per le sue dichiarazioni al processo di primo grado e che quindi, per motivi di opportunità, dovrebbe tacitarsi e smetterla con le accuse ai Mottola: lei non ha il minimo diritto di accusarli pubblicamente.
Ci può dire di più?
Ha detto che si è scoperto solo nel 2008 che il brigadiere Santino Tuzi aveva un’amante, Annarita Torriero. Falso, lo si sapeva sin dal 2001. Quindi non si vede perché Tuzi nel 2008 dovesse temere tale “rivelazione di segreto che segreto non era”.
Ha detto – senza nulla dimostrare e senza portare alcun elemento scientifico – che la porta della caserma CC di Arce è l’arma del delitto. Falso, abbiamo dimostrato l’esatto contrario e la Corte ci ha dato ragione.
Ha detto che i 28 frammenti lignei contenuti nei nastri che avvolgevano la testa di Serena Mollicone erano IDENTICI a quelli della porta (ergo questo prova la colpevolezza dei Mottola… a suo dire). Falso: i frammenti sono tutti diversi, non sono identici: tanto emerge dagli accertamenti tecnici e scientifici.
Come è stato possibile ciò? Lei ha confutato ovviamente le asserzioni della Bruzzone?
L’evento “Attacco ai Mottola tramite l’esaltazione dell’impianto accusatorio + Bruzzone che parla per 30 minuti senza contraddittorio e propala disinformazione + Carmelo Lavorino consulente dei Mottola e profondo conoscitore del giallo di Arce che parla solo per otto minuti + impossibilità di confutare l’impianto accusatorio propalato per 45 minuti” è stato possibile perché il confronto è stato bloccato, e in tal modo la par condicio è stata offesa. Faccio solo presente quanto segue:
Io ho potuto confutare ben poco perché ho potuto parlare solo per otto minuti, interrotto anche dalla pubblicità e dalle interviste fatte ai parenti di Serena Mollicone, contro c’erano le affermazioni della Bruzzone, della figlia di Tuzi, dell’avv. Iafrate della famiglia Mollicone, il contenuto accusatorio di due testimoni ritenuti inattendibili.
Quindi secondo lei la TV di Stato è stata parziale e faziosa?
Certamente, le cito alcuni svarioni che la Tv di Stato ha propalato come “sante verità bruzzoniane”:
1. il maresciallo Mottola ha spiegato chiaramente che la porta danneggiata l’ha rotta lui ed ha spiegato la dinamica; non si vede perché da indagato avrebbe dovuto spiegarlo, così venne consigliato dal suo legale, poi nel processo di merito lo ha fatto tramite dichiarazioni spontanee, e queste cose sono note alla Bruzzone;
2. ha parlato della registrazione della telefonata “Tuzi-Torriero” costruendo insinuazioni e congetture, puntando sulle parole di Tuzi “mi mettono le manette… per quella ragazza” e collegandolo erroneamente, senza prove e faziosamente “la ragazza” di cui parlava Tuzi -verosimilmente Serena Mollicone- alla posizione dei Mottola; in realtà Tuzi nella telefonata non si riferisce ai Mottola, ergo la Bruzzone deborda e si permette un collegamento illogico e inesistente;
3. Monteleone chiede alla Bruzzone (come mai la domanda non è stata rivolta al sottoscritto?) perché Tuzi abbia parlato sette anni dopo la morte di Serena, e la Bruzzone risponde con illazioni, ipotesi senza riscontri.
4. la Bruzzone riporta alcune dichiarazioni di Belli che la Difesa dei Mottola e il sottoscritto hanno confutato sempre e comunque in fase processuale, al che non si vede perché debbano essere propalate dalla Bruzzone e strumentalizzate come “verità”, mentre in realtà non sono verità; ad esempio, l’avvistamento che Belli descrive di un ragazzo biondo mechato che litiga con una ragazza presso il bar Chioppetelle, non è del 1° giugno ma è del giorno prima, il 31 maggio, quindi crolla l’impianto accusatorio; mai Tuzi è andato da Belli per chiedergli scusa, specialmente il giorno della liberazione del carrozziere dopo che lo facemmo assolvere, bensì lo incontrò due mesi in Arce e lo salutò dicendogli “Ciao Carmine, io lo sapevo che eri innocente…”;
5. sulla porta della porta CC caserma di Arce, sulle relazioni tecniche dei consulenti del pubblico ministero, sui frammenti lignei presenti sui nastri ha pontificato sparando inesattezze e contraddizioni, e il sottoscritto ha avuto pochissimo tempo per confutarla; lo stesso dicasi per l’assenza delle tracce biologiche sulla porta sia di Serena Mollicone (sangue e frammenti di pelle di Serena se vi fosse stata sbattuta contro), sia del m.llo Franco Mottola che vi ha sferrato un pugno con la base del pugno stesso, laddove la Bruzzone mette sullo stesso piano i due fenomeni e i loro effetti, come se l’assenza del sangue sarebbe da comparare con l’assenza di tessuto epiteliale, è meglio non commentare, perché l’opinione pubblica è stata presa in giro;
6. Avevo chiesto ai responsabili della trasmissione di farmi chiarire i seguenti argomenti, se ne sono ben guardati:
“A. Ci può illustrare la vostra posizione sulle questioni (1) porta della caserma arma del delitto o mezzo lesivo; (2) i frammenti di legno sui capelli di Serena; (3) la validità delle dichiarazioni di Tuzi che disse di aver visto Serena entrare in Caserma quel 1° giugno 2001; (4) la questione del biondino mechato descritto da Carmine Belli litigare con Serena il 1° giugno presso il bar Chioppetelle; (5) le accuse di depistaggio rivolte al m.llo Franco Mottola? B- Cosa ne pensa dell’impianto accusatorio contro i Mottola e del processo d’appello bis? Lei quale idea si è fatto sull’omicidio di Serena e sull’assassino? C- Lei è stato consulente sia di Carmine Belli che venne assolto in tutti e tre i gradi di giudizio, di Francesco Suprano prosciolto e poi della famiglia Mottola assolta per due volte in attesa del processo d’appello bis. Cosa ci dice in merito a questa inchiesta ventennale?”.
Ebbene, di fatto le domande dalla n°1 alla n°5 le hanno rivolte alla Bruzzone.
Purtroppo abbiamo assistito da parte della Tv di Stato alla propaganda dell’impianto accusatorio contro i Mottola già sconfitto due volte.
Sulla querela fatta dai Mottola alla Bruzzone?
Il 19 febbraio 2024 emanavo come portavoce del Pool difensivo Mottola su incarico degli stessi il seguente comunicato stampa: “ COMUNICATO STAMPA – 19 FEBBRAIO 2024 – LA FAMIGLIA MOTTOLA HA DENUNCIATO ROBERTA BRUZZONE
“Eg. Prof. Lavorino, può comunicare ufficialmente in qualità di portavoce della nostra Difesa che la Bruzzone e “le Iene hanno messo in essere una campagna accusatoria diffamatoria contro di noi e che abbiamo già denunciato alla Procura di Perugia nel 2023 la Bruzzone (e altre persone) per falsa testimonianza, calunnia e diffamazione?
Basti citare che l’abbiamo denunciata perché ha dichiarato falsamente quanto segue:
1. Carmine Belli ha riconosciuto in Marco Mottola il ragazzo biondo mechato che strattonava Serena: Falso.
2. Il maresciallo Mottola il giorno del funerale ha prelevato Guglielmo Mollicone di propria iniziativa con l’intenzione di farlo sospettare come coinvolto: Falso, L’ordine venne impartito dal Capitano Trombetti.
3. Sul nastro adesivo che legava Serena non e’ stata rinvenuta nemmeno un’impronta, segno che il soggetto aveva una competenza forense… quindi..: Falso, sui nastri c’erano molti frammenti di impronte e impronte, e nessuna impronta è risultata a noi riferibile.
Questo perché ci sentiamo perseguitati dalla Bruzzone, da alcuni personaggi delle Iene. fra cui la Ruggeri, e da altre persone.
Naturalmente continueremo ad adire legalmente verso chi ci offende, diffama e calunnia.
Saluti.
Franco Mottola, Marco Mottola”.
Conclusione?
Ricordo che i Mottola sono innocenti e che sono stati assolti, che la porta non è l’arma del delitto, che Serena Mollicone quella mattina non è entrata in caserma CC di Arce per andare da nessuno della famiglia Mottola, che le impronti digitali dell’assassino sono note e non sono dei Mottola, che abbiamo sprecato e stiamo sprecando soldi e risorse dello Stato per un processo che nemmeno doveva iniziare.
L’articolo Serena Mollicone, il giallo e le polemiche, 24 anni dopo il delitto, il criminologo contro la Rai proviene da Blitz quotidiano.