Silvia Salis insiste sull’importanza dell’educazione sentimentale: “La battaglia coinvolge tutte, da Meloni e Schlein”

Nel corso di un’intervista con La Stampa, la sindaca di Genova, Silvia Salis, ha parlato dell’importanza di avere un fronte comune in ambito politico sull’importanza dell’educazione all’affettività. Questo alla luce degli insulti sessisti ricevuti dalla prima cittadina via social, da lei denunciati in Consiglio Comunale. “Non crede ci sia una resistenza culturale?”, le viene chiesto. “Se pure c’è nel Paese – risponde Salis- non dovrebbe esserci nella politica, che ha la sindrome del taglio del nastro: agisce solo quando può vedere i risultati. La violenza nasce dalla debolezza. Quando le persone non vengono allenate al ragionamento, diventano violente. Se non sono abituato a gestire una donna di potere, allora, le do della puttana. Un’educazione sessuo-affettiva, almeno quella che io auspico, ti imporrebbe di domandarti perché apostrofi così quella donna, anziché dirle che non ti piace il suo lavoro: al posto di metterla in discussione, la delegittimi e basta, perché vuoi annientarla, e vuoi annientarla perché non la riconosci”.

L’appello a Meloni e Schlein

Sul fatto che la premier Meloni denunci la violenza sessista molto meno rispetto a quanto denuncia gli attacchi al suo operato, Salis aggiunge: “Perché il populismo di destra ha identificato il femminismo con le donne di sinistra”. La sindaca lancia quindi un appello alle donne in Parlamento, da Meloni a Schlein. “Affinché insistano per un fronte comune e, soprattutto, affinché coinvolgano i colleghi: questa battaglia riguarda tutti. Ci dobbiamo investire centinaia di milioni di euro perché finché ci sarà un Paese dove metà della popolazione andrà a un terzo della velocità a cui potrebbe andare, saremo un Paese affaticato e in ritardo”, conclude.

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