
Tappa a Milano per la campagna di Legambiente “Che caldo che fa!” dedicata al tema della cooling poverty. Monitorati i quartieri di Corvetto e Argonne: temperature delle superfici misurate fino ad un picco di 76,5 gradi e 85,4°C. Caldo meno intenso nei viali alberati
Milano città sempre più da bollino rosso. Qui il caldo non risparmia nessun quartiere, neanche quello di Corvetto, nel quadrante sud-est di Milano, e di Argonne, nella zona est in prossimità di Città Studi. Le 49 termografie realizzate da Legambiente, il 15 e il 16 luglio, nei due quartieri milanesi hanno registrato temperature ambientali che oscillano tra i 30°C e i quasi 40°C, e che hanno portato a temperature delle superfici con picchi di 76,5°C e 85,6°C. Preoccupa anche la sporadicità dei viali alberati soprattutto a Corvetto. È questo quanto emerge in estrema sintesi dai monitoraggi di Legambiente presentati oggi a Milano, al grido “Siamo al limite. Ebollizione globale”, in occasione della quarta tappa della campagna itinerante “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste”, realizzata dall’associazione ambientalista con il supporto di Banco dell’Energia. Ad aprire la tappa il flash mob organizzato a Piazza Angilberto II dove Legambiente ha esposto un termometro gigante e lo striscione ‘Che caldo che fa!’ chiedendo interventi e azioni immediate per città più fresche e più giuste. A Milano, stando ai dati Istat, l’aumento delle temperature è stato di +1,3°C rispetto alla media 1971-2000, mentre secondo i dati di Berkeley Earth il valore è di oltre il doppio, +2,8°C, rispetto al 1960. In aumento anche le notti tropicali che, nel 2022, sono state 101 (fonte Istat). Inoltre, secondo un recente studio dell’Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, l’innalzamento delle temperature è stato responsabile all’inizio di questa estate di 317 decessi in eccesso stimati a Milano, prima in Europa per morti legate al caldo.
Focus monitoraggi a Milano
Entrando nel dettaglio dei monitoraggi, i quartieri scelti da Legambiente differiscono tra di loro per caratteristiche edilizie, composizione socio-demografica e accessibilità ai servizi. In ciascuno quartiere, grazie al supporto di Legambiente Lombardia, è stato definito e perimetrato un areale di circa 1 km² dove sono state mappate le infrastrutture presenti (aree giochi, negozi, scuole, giardini ecc…) e rilevate le temperature, attraverso l’utilizzo di una termocamera, nelle ore più calde della giornata. 23 le termofoto scattate a Corvetto (in Piazza Angilberto II, Via dei Cinquecento, Via Polesine, Via Dionigi, Piazzale Gabriele Rosa, Mercato comunale di Piazza Ferrara, Istituto comprensivo di scuola elementare e media di Via Polesine) e 26 quelle ad Argonne (Giardini Argonne, Via Gaspare Aselli, Piazzale Gorini, Piazzale Susa, Piazza Guardi, Mercato comunale in Piazza Andrea Fusina, Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, Campo giochi 87 di Via Illirico). A Corvetto su 36 strutture mappate da Legambiente, il 55,5% è risultato esposto al sole nelle ore più calde; mentre nel quartiere Argonne su 90 strutture mappate, il 10% è risultato esposto direttamente all’irraggiamento solare nelle ore centrali della giornata.
Nel quartiere Corvetto le situazioni più critiche sono state registrate nell’area giochi di piazzale Gabriele Rosa, con temperature delle superfici da record registrate sullo scivolo, 57,1°C, e di 76,5°C, sul gommino antitrauma. Temperature simili anche sulle superfici delle altalene, intorno alle panchine presso la fontanella, anch’essa collocata al sole nonostante l’abbondanza di alberi, e dove Legambiente ha registrato una temperatura di 62,8°C. Altra zona rovente, quella in via dei Cinquecento, dove i marciapiedi, monitorati da Legambiente, risultano veri e propri corridoi di calore. Qui è stata registrata una temperatura su una superficie di 52,5°C, che è scesa a 36,3°C nella parte parzialmente ombreggiata dall’edera rampicante. La presenza degli alberi fa la differenza anche in una delle poche vie alberate del quartiere, dove grazie alla presenza di tigli, è stata registrata una temperatura al suolo pari a 25,6°C, inferiore a quella ambientale – 30,4°C – e oltre venti gradi più bassa di quella del marciapiede al sole, 48,1°C. Anche sulla pista ciclabile che si sviluppa parallelamente a Viale Omero dove Legambiente ha rilevato una temperatura di 30°C.
Nel quartiere Argonne tra i punti attenzionati da Legambiente c’è l’area giochi ai giardini Argonne, inaugurata nel 2022 ma priva di ombreggiatura. Qui molte delle piazzole verdi, pensate per ospitare alberi, sono vuote e gli alberi presenti sono ancora troppo “giovani” per fare ombra. Dalle termografie, il pavimento antitrauma in gomma ha registrato nelle ore di punta una temperatura di oltre 75°C, e la sagoma esposta da Legambiente, dopo neanche un minuto di esposizione, ha raggiunto i 44°C. Temperature più basse, intorno ai 30°C, sulle piste ciclabili ombreggiate dagli alberi. Altra area attenzionata da Legambiente, l’area giochi in Piazza Guardi dove la temperatura dello scivolo blu, ombreggiato, era di poco superiore ai 40°C e quella del pavimento in gomma sottostante pari a 37,8°C. Al contrario, gli scivoli rossi, completamente esposti al sole erano a 57,5°C ed il gommino a 85,4°C. In via Aselli la presenza di alberi fa sì che la temperatura dell’aria si fermi a 30,7°C e quella del suolo a 30,3°C, oltre 15°C in meno rispetto a tratti assolati poco più avanti. Presso la fermata di Piazzale Gorini, grazie sempre alla presenza di alberi, la temperatura a terra registrata è stata di 30°C, mentre la sagoma umana, utilizzata nei monitoraggi, registra una temperatura poco sopra i 31°C. Situazione diversa rispetto all’asfalto esposto a pochi metri, dove si sono toccati i 45,7°C.
“La nostra campagna Che Caldo che fa – dichiara Mariateresa Imparato, responsabile giustizia climatica di Legambiente – conferma un quadro preoccupante anche per la città di Milano, che risente sempre più degli effetti della crisi climatica. Alle piogge torrenziali sempre più frequenti, si alternano intense ondate di calore e temperature elevate rese insostenibili nelle aree urbane dalla mancanza di infrastrutture, spazi verdi e servizi adeguati ad affrontarle, come dimostrano le nostre termografie realizzate nei due quartieri milanesi. Per questo anche da Milano chiediamo la messa in campo di interventi più puntuali di mitigazione e adattamento e non più rimandabili a partire da un potenziamento dei programmi di forestazione urbana e dei rifugi climatici iniziando dai quartieri dove la carenza dei servizi si incrocia con vulnerabilità socioeconomiche come Corvetto”.
“Il confronto tra i due quartieri di Argonne e Corvetto dove oggi ha fatto tappa la nostra campagna ‘Che caldo che fa’ – aggiunge Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – evidenzia una netta disuguaglianza nella capacità dei due quartieri di offrire protezione dagli effetti delle ondate di calore agli abitanti. Argonne dispone complessivamente di un numero maggiore di infrastrutture verdi, blu e grigie oltre ad una maggiore accessibilità al trasporto pubblico e ai servizi sanitari. Corvetto, invece, presenta livelli più alti di esposizione al sole nei punti nevralgici del quartiere, con una minore dotazione di aree refrigeranti e di infrastrutture a sostegno della mobilità sostenibile. Si tratta di due esempi di cooling poverty, di povertà energetica su cui vogliamo richiamare l’attenzione. Inoltre, è urgente che la città di Milano si doti, a partire dai quartieri periferici, di una pianificazione che parta dalla mitigazione al cambiamento climatico: più verde, depavimentazione di aree per permettere alle città di respirare e ai cittadini di trovare refrigerio. Anche così si mette in moto un cambiamento importante per tutto”.
I punti più critici
Nella tappa milanese Legambiente con la sua campagna “Che caldo che fa!” ha sottolineato la presenza frammentaria dei viali alberati. In particolare, a Corvetto le infrastrutture verdi sono limitate a 5 viali alberati, e 1 giardino. Alcuni piccoli spazi attrezzati nelle corti o piazze, come piazza Gabriele Rosa, sono poco manutenuti e privi di elementi blu (fontanelle), o panchine e tavili. Invece ad Argonne, nonostante la presenza di molti spazi verdi come quelli di Piazzale Gori, piazza Guardi e di altri viali alberati, la zona soffre per l’ampia presenza di superfici impermeabili e per un elevato traffico veicolare, elementi che contribuiscono a innalzare le temperature dell’aria e al suolo durante la stagione calda. Gli alberi, ribadisce Legambiente, sono un alleato prezioso nel contrasto alla crisi climatica e nel rendere le città più fresche. Secondo gli ultimi dati Istat, il differenziale di temperatura tra le aree urbane e la media delle aree vegetate circostanti per Milano è tra -0,5°C +3,7°C.
Le proposte di Legambiente
Da Milano Legambiente con la sua campagna Che caldo che fa! rilancia cinque proposte per città più fresche, anche in vista dell’ultima tappa che farà il 30 luglio a Palermo. In particolare, l’associazione ambientalista chiede di: 1) Modificare il Regolamento Edilizio fissando percentuali obbligatorie di superfici permeabili negli spazi cittadini privati e pubblici (parcheggi, cortili, piazze) e di recupero, riutilizzo e risparmio di acqua negli edifici, in tutti i casi di nuova costruzione e ristrutturazione maggiore di edifici sia pubblici sia privati. 2) Prevedere nuovi programmi di forestazione urbana come ForestaMI; 3) Introdurre in iniziative come Piano Aria Clima e Climate City Contract il concetto di ‘Rifugio Climatico’, censendo e mettendo a disposizione spazi pubblici e privati esistenti dotati di temperature più basse degli spazi aperti (piazze, piani pilotis, giardini, chiese etc). 4) Dare avvio alla de-pavimentazione di strade e piazze secondo la programmazione tracciata dal Tavolo Depavimentazioni già esistente; 5) Introdurre nel previsto PUP (Programma Urbano dei Parcheggi) la tariffazione orizzontale della sosta per tutti i soggetti (residenti e non), in modo da liberare superfici da destinare a provvedimenti di sicurezza climatica