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Spiaggia libera, attenti all’errore che può costare caro: “Si rischia una condanna penale”
Attenzione a questo grave errore, che si commette spesso quando si va in spiaggia libera: esperto rivela di cosa si tratta e perché si rischia anche una condanna per un reato penale.
La spiaggia libera è un’area pubblica di litorale, accessibile gratuitamente a chiunque, senza obbligo di utilizzare servizi a pagamento. Può essere composta da sabbia, sassi o zone naturali più selvagge e, diversamente dagli stabilimenti balneari, non offre comodità come lettini, ombrelloni e, spesso, nemmeno bar. La gestione della pulizia e della sicurezza è generalmente affidata ai comuni, ma la qualità del servizio può variare. L’accesso alla spiaggia libera è sempre gratuito e senza restrizioni, permettendo ai bagnanti di posizionarsi dove preferiscono. I servizi sono limitati e i bagnanti devono provvedere autonomamente a ciò che serve, come ombrelloni, cibo e giochi. Anche la pulizia e la sicurezza sono meno garantite rispetto agli stabilimenti, dove la presenza di bagnini e servizi igienici è assicurata. Le principali differenze tra spiaggia libera e stabilimento balneare riguardano il comfort e la sicurezza.
Nelle spiagge libere, non ci sono orari fissi né prenotazioni, e l’atmosfera è più spontanea e naturale, ma con il rischio di affollamento, soprattutto in alta stagione. D’altro canto, gli stabilimenti offrono un’esperienza più organizzata e comoda, con una pulizia costante e una sicurezza maggiore grazie alla presenza di personale qualificato. I vantaggi delle spiagge libere sono l’indipendenza e la possibilità di risparmiare, mentre gli svantaggi riguardano la mancanza di servizi e la qualità della pulizia, che può dipendere dalla civiltà dei bagnanti e dall’efficienza dell’amministrazione locale. La spiaggia libera, dunque, è la scelta ideale per chi cerca libertà e contatto diretto con la natura, ma richiede una maggiore organizzazione e rispetto delle regole.
Spiaggia libera: attenti a questo errore importante
Libertà, sì, ma sempre nei rispetti della legge. E proprio del rispetto della legge parliamo in questo articolo, in riferimento a un’abitudine molto comune, dei bagnanti che utilizzano la spiaggia libera, ma al contempo errata. Parliamo dell’abitudine di lasciare in spiaggia l’ombrellone, per tenere il posto occupato. Spesso, i bagnanti lasciano l’ombrellone in spiaggia, per poi recarsi al bar o al ristorante a mangiare, e poi tornano dopo alcune ore. In alcuni casi, poi, essi fanno la stessa cosa addirittura la notte prima, lasciando l’ombrellone in spiaggia per un’intera notte. Questa è un’abitudine sbagliata, e può configurare addirittura un reato penale.

A rivelarlo, è stato un noto esperto di tutela dei consumatori, l’avvocato Massimiliano Dona. In particolare, l’esperto ha spiegato che con quest’abitudine si integra il reato di occupazione di suolo pubblico, e in particolare di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo. La Capitaneria di Porto potrebbe chiedere chi sia il proprietario dell’ombrellone e a multarlo, e, se il proprietario non c’è, potrebbe sequestrare la sua attrezzatura.
Reato di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo
In particolare, il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori ha spiegato che la pratica di lasciare l’ombrellone sulla spiaggia libera per “tenere il posto” integra l’occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo, un comportamento sanzionabile dall’articolo 1161 del Codice della Navigazione. In base a questa norma, chi occupa il demanio marittimo senza autorizzazione, anche solo temporaneamente, può essere multato fino a 516 euro. Inoltre, è prevista la rimozione forzata dell’attrezzatura e, nei casi più gravi, il sequestro dell’ombrellone o degli altri oggetti lasciati incustoditi.
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Se si dovesse trovare un ombrellone “abbandonato” sulla spiaggia, inoltre, l’avvocato ricorda che non è consentito toccarlo o spostarlo autonomamente. In questi casi, è necessario segnalare la situazione alle autorità competenti, come la Polizia Municipale o la Capitaneria di Porto, che hanno il compito di intervenire per far rispettare le regole. Saranno loro a gestire la situazione e, se necessario, a multare o sequestrare l’attrezzatura. È sempre preferibile evitare conflitti con altri bagnanti e lasciare che siano le forze dell’ordine a far rispettare le leggi, garantendo così il corretto utilizzo e il rispetto della spiaggia libera.
Spiaggia libera, attenti all’errore che può costare caro: “Si rischia una condanna penale”
Giuseppe Meccariello