Cambiano le regole per le supplenze brevi nelle scuole italiane. Il nuovo disegno di legge di Bilancio, già bollinato dalla Ragioneria di Stato e inviato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze alla Presidenza del Consiglio, introduce una stretta significativa: nelle scuole medie e superiori, per coprire assenze inferiori ai dieci giorni, non si potranno più chiamare supplenti esterni.
D’ora in avanti, la continuità delle lezioni sarà garantita dai docenti già in servizio. L’obiettivo dichiarato è duplice: ridurre la spesa pubblica per le supplenze brevi e rendere più efficiente l’utilizzo dell’organico interno. Tuttavia, dietro questa apparente misura di razionalizzazione, si cela un cambiamento strutturale nel modo in cui le scuole dovranno gestire le assenze temporanee del personale.
Il provvedimento, infatti, modifica la legge 107 del 2015, la cosiddetta Buona Scuola del governo Renzi, segnando una netta discontinuità rispetto alle norme precedenti.
Cosa cambia dal 2026
Secondo la normativa vigente fino a oggi, il dirigente scolastico “può effettuare” la sostituzione di un docente assente fino a dieci giorni con personale interno. La manovra 2026 trasforma questa facoltà in un vero e proprio obbligo: il dirigente “deve effettuare” la sostituzione, salvo motivate esigenze di natura didattica.
La misura riguarderà esclusivamente i posti comuni delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Per i docenti di sostegno e per la scuola primaria, invece, resta la possibilità di valutare caso per caso se ricorrere a personale interno o esterno.
Si tratta di un passaggio significativo, perché impone ai dirigenti scolastici una riorganizzazione complessiva delle ore di insegnamento e della distribuzione dei carichi di lavoro, in un contesto dove il personale è spesso già limitato.
Monitoraggio, risparmi e nuove sfide per i dirigenti
La logica economica alla base della riforma è esplicitata nella legge di Bilancio stessa. Le supplenze brevi rappresentano da anni una spesa rilevante nel bilancio del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Per questo, il governo introduce un sistema di monitoraggio quadrimestrale delle assenze di tutto il personale scolastico — docenti, tecnici, amministrativi e ausiliari — con dati dettagliati per tipo di scuola, durata e motivo della sostituzione.
Tutte le informazioni raccolte saranno inviate al Ministero dell’Economia entro un mese dalla chiusura di ogni quadrimestre, con l’obiettivo di valutare l’impatto finanziario e migliorare la programmazione delle risorse. Gli eventuali risparmi ottenuti potranno essere reinvestiti nel Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, fino a un massimo del 10% del suo valore complessivo.
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