Sviluppo sostenibile, il mondo arretra. Entro il 2030 raggiunto solo 18% degli obiettivi

Una manifestazione per la giustizia climatica a Dubai, in occasione della Cop28

Rispetto al 2010, l’Italia peggiora per sei obiettivi ed è stazionaria per altri quattro. Per il nuovo Rapporto Asvis, in Italia serve rafforzare il Sistema sanitario e tutelare i beni comuni ambientali

L’Italia arretra sul fronte dello sviluppo sostenibile e il mondo fa peggio con solo il 18% dei target che sarà raggiunto entro il 2030. È la fotografia scattata dal decimo Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, presentato alla Camera. Nell’ultimo anno, gli indici relativi all’Italia mostrano un peggioramento rispetto al precedente per sei obiettivi su 17 e un aumento solo per tre; quelli per l’Unione europea si riducono in quattro casi su 16, ma migliorano significativamente in tre casi; a livello globale guerre, crescenti disuguaglianze e instabilità geopolitiche minano i progressi compiuti finora. Rispetto al 2010, l’Italia peggiora per sei obiettivi (sconfiggere la povertà; acqua pulita e servizi igienico-sanitari; ridurre le disuguaglianze; vita sulla Terra; pace, giustizia e istituzioni solide; partnership) ed è stazionaria per altri quattro (sconfiggere la fame; salute e benessere; imprese, innovazione e infrastrutture; città e comunità sostenibili). Miglioramenti limitati si rilevano in sei casi (istruzione di qualità; parità di genere; energia pulita e accessibile; lavoro dignitoso e crescita economica; lotta contro il cambiamento climatico; vita sott’acqua). Un forte aumento si rileva solo per l’economia circolare. Dei 38 target specifici analizzati, solo undici (il 29% del totale) sono raggiungibili entro il 2030, mentre ventidue (58%) non verranno raggiunti. Anche l’Unione Europea, un tempo leader della sostenibilità, mostra forti disomogeneità e presenta miglioramenti significativi rispetto al 2010 solo per cinque Obiettivi (energie rinnovabili, lavoro, imprese e innovazione, città sostenibili, lotta al cambiamento climatico) e regressi su disuguaglianze, ecosistemi e cooperazione internazionale. Dei 19 target specifici analizzati a livello Ue, 11 (il 58%) sono raggiungibili e sei (32%) non potranno essere conseguiti.

Per imprimere un vero cambio di rotta, l’ASviS propone di rafforzare il Sistema Sanitario Nazionale, un’educazione inclusiva; un’economia sostenibile e inclusiva, che favorisca lavoro dignitoso e riduca le disuguaglianze, anche di genere; sistemi alimentari resilienti e un’agricoltura sostenibile, con particolare riguardo a giovani e donne; la decarbonizzazione e l’accesso universale all’energia; città sostenibili, rigenerazione urbana e adattamento climatico; tutela dei beni comuni ambientali, in attuazione degli articoli 9 e 41 della Costituzione riformati, su proposta dell’ASviS, nel 2022, con l’approvazione di una legge sul clima.

“L’Italia, e non da oggi, non è in una condizione di sviluppo sostenibile e i conflitti e le tensioni geopolitiche non aiutano, ma, come ha notato il Presidente Mattarella, oggi la sostenibilità viene percepita più come un fastidio che un investimento sul futuro’. Purtroppo, è così, ma si tratta di un gravissimo errore”. Così il direttore scientifico dell’ASviS Enrico Giovannini, presentando il Rapporto. ” L’Italia continua a non dotarsi di politiche adeguate, mentre l’Europa sta facendo scelte errate e sta perdendo quel ruolo di guida nel campo della sostenibilità che aveva assunto negli ultimi anni. Come segnalato già l’anno scorso, la mancanza di una strategia post-Pnrr pone il nostro Paese in una condizione di estrema fragilità economica, sociale e ambientale e lo stesso Governo prevede che le politiche attuali non cambieranno nulla nei prossimi anni in termini di povertà, disuguaglianze ed emissioni di gas climalteranti. Ecco perché l’ASviS propone interventi innovativi e robusti, nonché una profonda revisione del Piano Strutturale di Bilancio (PSB), per puntare a riforme e investimenti che portino il Paese su un sentiero di sviluppo sostenibile“.