“Ionesco Suite”, nella rilettura del regista francese Emmanuel Demarcy-Mota, va in scena a Firenze con un testo e un cast d’eccezione
A distanza di un anno dalla prima rappresentazione italiana, al Teatro della Pergola di Firenze, è tornato Ionesco Suite, spettacolo memorabile che porta la firma del regista francese Emmanuel Demarcy-Mota. Il testo, che calamita diversi frammenti delle opere di Ionesco – La cantatrice calva, La lezione, Jacques ovvero la sottomissione, Delirio a due, Come preparare un uovo sodo, Esercizi di conversazione e dizione in francese per studenti americani – è affidato ad eccezionali attori francesi cresciuti dentro i corpi scenici delle loro infelici e ribelli creature. Nel frattempo, però, Demarcy Mota ha voluto innestare sulla sua solida partitura un esperimento che si è dimostrato fertile. Accompagnati dalla neurochirurga Carine Karachi, alcuni studenti di Medicina della “Pitié Salpêtrière” di Parigi hanno incontrato a Firenze dei loro coetanei che lavorano all’ospedale “Santa Maria Nuova”. Il frutto di questi scambi ha portato a una nuova drammaturgia, che alla prova del palco ci è sembrata incredibilmente solida, dimostrando quanto le ferree leggi del teatro e le scoperte della scienza medica possano produrre un nuovo orizzonte di senso.
Rispetto a quel battello ebbro maniacalmente costruito sulla precisione dei gesti e della ritmica interpretativa, cosa hanno portato i corpi e i dialoghi “cuciti” sulle fisicità acerbe degli studenti di Medicina? La partitura si è allargata senza perdere la tensione scenica. I giovani dottori avanzavano con il loro paziente-personaggio, spiegando al pubblico la sua patologia: diagnosi come disturbo bipolare, depressione, afasia, ritardo psicomotorio potrebbero suonare come innesti artificiali rispetto al tripudio di gesti e discorsi felicemente sgrammaticati di cui si fanno portatori sani i personaggi di Ionesco, incarnati dai magnifici attori francesi. E invece la cura con cui la sperimentazione è stata portata avanti, ha raddoppiato l’effetto di verità rivelato attraverso una partitura sonora, fisica e linguistica che sembra nata sotto dettatura automatica dell’inconscio. (visto al Teatro della Pergola di Firenze)